Varie
Foto: © Alberto Terrile 2007- Domenica 27 maggio dopo la pioggia
Diario di lavoro
Il cielo scuro, è traversato da cornacchie urlanti. Dio oggi fa gli scarabocchi come un bimbo che scavalca i bordi della pagina terminando la sua opera sul banco.
La “bassa modenese” è avvolta in un manto di soffocante calore. Nubi nere appese sopra il territorio schivano il cannone sparato dall’uomo mentre monta il timore che la grandine possa danneggiare il raccolto.
Sdraiato tra le memorie di un museo, racconto le storie degli oggetti mentre fuori sembra che stiano iniziando i bombardamenti.
Nembi e cirri fanno la festa in cielo come i pazzi ai quali viene aperta la porta del manicomio.
La vita, tende agguati lungo il cammino e ad ogni mio viaggio mette la croce al ricordo di qualcuno.
La “bassa modenese” è avvolta in un manto di soffocante calore. Nubi nere appese sopra il territorio schivano il cannone sparato dall’uomo mentre monta il timore che la grandine possa danneggiare il raccolto.
Sdraiato tra le memorie di un museo, racconto le storie degli oggetti mentre fuori sembra che stiano iniziando i bombardamenti.
Nembi e cirri fanno la festa in cielo come i pazzi ai quali viene aperta la porta del manicomio.
La vita, tende agguati lungo il cammino e ad ogni mio viaggio mette la croce al ricordo di qualcuno.
5 Comments
willa
Foto e cuore…. meravigliosi :-)
La pioggia disseta la poesia :-)
Un abbraccio, Willa
ziagrariama
ciao Alberto,
ci manchi su FRAMMENTI…questa foto è splendida e le parole rafforzano la sua bellezza…sai che proprio oggi ho postato la grandine!
Un saluto
ziaG
utente anonimo
E a me quell’atmosfera cupa corredata da nebbia a volte manca pure…
The2D
utente anonimo
ma non è che per caso anzichè scarabocchi di Dio quelli che hai fotografato sono i misteriosi cerchi sul grano di presunte astronavi aliene? I want to believe!
ps: la tua pagina di “diario di lavoro” l’ho trovata molto dylaniana, il che ovviamente è un complimento!
gioeco
La pioggia addolcisce l’amarezza, il sole ci scalda la forza, la Terra ci bacia le labbra, l’erba ci accarezza la guancia.
Quando guardo gli scarabocchi di Dio penso sempre a ciò che sono io,
poi respiro e, improvvisamente sopravvivo ai miei dubbi, alle mie paure, insomma a me stesso.
Cordial-mente
Giòeco