Un altalena nel giardino della vita

Wroclav 14/06/017 foto Gianluca Olcese

Quando ti sposti cambi punto di visuale anche se  per te e` prassi secondo i dettami della sintassi fotografica. Non mi considero pero` un viaggiatore classico, altrimenti non sarei ritornato due anni dopo a fare delle lezioni di fotografia a Breslavia.

Dalla stanza numero 6 sono retrocesso alla numero 5 del dipartimento di studi classici , mediterranei e orientali. La mia lingua non e` migliorata assolutamente. Riguardo gli stessi luoghi , le stesse chiese, gli stessi giardini, i caffe`e ritorno due anni dopo a fotografare le stesse cose perche ‘noi cambiamo‘.

Ricordo una persona che mi disse con orgoglio :- ho visitato tutti i paesi d`Europa, ora iniziero` a esplorare un altro continente.

Siedo in un parco, guardo le mamme che fanno giocare i loro bimbi in una mattina disegnata dal sole primaverile. Su una panchina due adolescenti si sorridono con tenererezza e si tuffano uno negli occhi dell`altro.

Alzo il capo verso il cielo e penso a una fede riscoperta o forse ritrovata. Due anni fa  questa non c`era.

Una mamma sostiene un bimbo biondissimo che pedalando su una microscopica bici grida di gioia mentre i due ragazzi si baciano.

Non ho dei figli, non ho una ex moglie e neppure una compagna.

Siamo abituati e non mi esimo certo dalla questione, a guardare cio che manca, a contare i vuoti dimenticando cio` che abbiamo.

I miei occhi erano puntati verso cio`che era in terra. Il mio cuore era rivolto verso chi disse non solo di amare ma di rimanere nel suo Amore.

Se dovessi provare a spiegare come opero con la fotografia risponderei semplicemente`:- fotografo guardando le cose sia con gli occhi che col cuore, volteggiando su un` altalena che i miei genitori hanno posto nel giardino della mia vita.