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Varie

Posted on 14/05/2008 at 08:10 by Alberto Terrile / 2 Comments



PER ALTRA PORTA

Ieri sera  ho fatto un tuffo salvifico attraverso i versi di Massimo Ferrando. Bellissimo, da leggere e meditare.  Massimo Morasso nell’introduzione lo definisce "Un contadino accerchiato dagli Angeli".


Da "il giardino del silenzio"

Non voglio più riempire
coi miei rumori la campagna.
Se faccio come il sasso
seduto in mezzo al fiume
resta un sussurro d’acqua
un sogno d’erba.

Leggere Massimo Ferrando è tornare a vedere le cose come fosse la prima volta.
http://www.galataedizioni.it/ws/
galata@galataedizioni.it

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2 Comments

  • harambee

    14/05/2008 - 14:53

    “… è tornare a vedere le cose come fosse la prima volta.”

    La prima volta … E o StuporE di lasciarLA accadere, che sia ancora..un’Altra

    e ci trasformi in quelli che in fondo siamo..

    grazie

    kc

    kc

    Reply to comment
  • albertoterrile

    14/05/2008 - 15:24

    Facevo lezione, dicevo che ci sono delle persone “portate” per certe discipline, un altro docente intervenendo si disse in disaccordo su “l’essere portato”.

    Certo ho sempre sostenuto che …la creatività è di tutti, ma quella marcia in più….quella sintonia su frequenze non di tutti è “l’essere portato a… oppure verso qualcosa” …..questo mi fà riflettere molto sulla frase

    “La prima volta … E lo StuporE di lasciarLA accadere, che sia ancora..un’Altra

    e ci trasformi in quelli che in fondo siamo..

    CI TRASFORMI IN QUELLO CHE IN FONDO SIAMO…

    Tutta la technè del pianeta, i migliori software di scrittura, le penne e gli inchiostri più raffinati NON FANNO IL POETA.

    La macchina di Nadar usata perfettamente non produrra dei Nadar….

    Ciò che in fondo siamo è ciò che decreterà Arte o meno.

    Jack Bruce (Cream,J. Bruce band etc) incise un disco Jazz con J Hiseman e J Mc Laughlin usando delle cose scritte a 11 anni….per lui prolifico momento di vita….e questa musica la editò molto tempo dopo.

    Se penso a me, la mia fantasia è ancora quella del bambino che fece del cartone d’imballaggio del frigorifero il suo sottomarino, disegnai all’interno di quel parallelepipedo timone,pannello comandi ed altro ancora….ed oggi parlo al computer come potesse ascoltarmi, parlo ad oggetti a fiori ed alberi (LEGGETE FERRANDO CHE IN MANIERA DIFFERENTE HA IL BOSCO DENTRO COME ME) e poco importa se mi pensano pazzo, non me ne frega nulla….IN FONDO SONO SEMPRE STATO COSI’….aborro il ruolo adulto del vestire l’abito della responsabilità sacrificando la fantasia su un altare come Giobbe fece di suo figlio…meglio restare PURI per quanto è possibile.

    Insegno ad innalzare e dilatare le percezioni perchè? Perchè dell’uomo/macchina, dell’uomo/numero ho paura e schifo….

    Se parlo la stessa lingua di un allievo ventenne non è nè lui avanti ne io sono ritardato….NON VOGLIO DIMENTICARE,CANCELLARE,SPORCARE con una vita PRECONFEZIONATA ciò che in fondo sono dal 1961.

    Grazie mille per questo spunto….felice ed onorato che cada sul post dedicato a questo straordinario poeta, straordinario perchè, ed è un giudizio che riconosco soggettivo, perchè lo riconosco e lo sento in me e attraverso le costole fluttuanti….dice con la poesia ciò che io non so esprimere a parole…e che sono uso dire con le figure.

    Pertanto è assolutamente un onore, inutile fare i modesti/francescani che lui mi definisca suo maestro d’immagine perchè questa gli insegno….

    Sarebbe a dire che gli insegno ad essere ciò che lui in fondo è?

    Da ciò che scrive direi di sì!!!

    Reply to comment

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OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FEST OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FESTIVAL 11 EDIZIONE-INDIFFERENZA
 
LE BOTANISTE 1994
 
 
Quando Alberto mi chiese, mesi fa, un contributo per LA LUNGA STRADA DI PER PAOLO PASOLINI pensai a questo lavoro mai esposto ( quindi inedito) del 1994.
 
In 5 immagini sfilano alcune delle mie influenze/suggestioni : CARAVAGGIO, LA PITTURA BAROCCA, DEREK JARMAN , COCTEAU,PASOLINI.
 
Procedo a braccia larghe nella mia esistenza, perchè desidero portar con me chi mi è caro.
 
Vado avanti con AMORE E ENTUSIASMO.
 
Sono trascorsi 28 anni dagli scatti e mi sembra che tutto sia accaduto da poco, qualche mese fa potrei dire...
 
I fatti cronologici della vita dimostrano l'esatto contrario.
 
Non importa, io sono lì in quell' ALLORA come sono QUI oggi .
 
L'entusiasmo tiene a discapito del peggiore momento storico io possa aver infilato ( proprio come un tunnel ) in 61 anni di vita.
 
Nella mia carriera ho esposto prevalentemente in musei o spazi alternativi rispetto alle classiche "gallerie" ( con cui comunque ho avuto e ho rapporti).
 
Con l'ex ospedale psichiatrico ho un rapporto che comincia nel 1988 .
 
Sempre a Quarto tra il 1994 e il 1997 ho realizzato alcuni pezzi del mio work in progress NEL SEGNO DELL'ANGELO.
 
Spero di vedervi A QUARTO/EX OSPEDALE PSICHIATRICO Via Maggio 4 oggi pomeriggio alle 17...
#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #opening #inauguraziome #quartopianetafestival #quartopianetagenova #lebotaniste
LE BOTANISTE GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 LE BOTANISTE
 
 
GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 all'EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI QUARTO IN VIA GIOVANNI MAGGIO 4, PRESENTERO' UN LAVORO INEDITO
 
LE BOTANISTE 1994 Les Aigues Vives, FR
 
 
Allego un breve estratto dal testo che ho scritto per raccontare il lavoro e il clima in cui vide la luce
 
 
"Scompigliati dal Mistral, con le bocche profumate di anice abitavamo una sorta di magico sogno di mezza estate.
Vivevamo tutti nella tenuta sita nella zona di Aigues-Vives, c'erano pittori, danzatori e coreografi, molti musicisti e un fotografo.
Si parlava prevalentemente il Francese e lo Spagnolo.
La masseria viveva un continuo andirivieni di persone, alcuni si portavano appresso la famiglia. C'erano quindi anche parecchi bambini che divennero ben presto soggetto di molte mie fotografie.
Mangiavamo tutti assieme nel patio di Jackie e Angele, ci scambiavamo esperienze e condividevamo progetti lontani anni luce dalla dimensione attuale così sporca di autoreferenza e traghettata ogni dove da internet.
Ognuno manteneva le sue radici culturali e il suo approccio creativo per arricchire l'altro e mai per scavalcarlo.
Ero stato soprannominato "il piccolo italiano". Sempre pronto a documentare fotograficamente persone, luoghi, eventi o a duettare con il mio set d'armoniche e la voce con i musicisti che passavano di là."
( continua)
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Attraverso la fotografia, ci impossessiamo dell’oggetto per sostituzione. Se comprendiamo questo, allora riusciamo a spiegarci il senso di unicità che si accompagna a certe fotografie: quelle, cioè, che trattengono momenti, cose o persone non più presenti. 

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La stampella apparteneva a mia zia Elena scomparsa da tempo.

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #susansontag #ealterbenjamin #riflessionifotografiche #tempo #mutamenti #strada #stampella #2005
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