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Varie

Posted on 29/01/2008 at 10:07 by Alberto Terrile / 11 Comments


Foto: © Alberto Terrile 2005 Dalle mie montagne

FUORI DI SE . DENTRO DI ME

Filastrocche di pannocchie contano i giorni. Cala il sipario di colline attraversate dal vento. Tre papaveri a guardia di un  formicaio vibrano lievi. Inseguendo con lo sguardo la stella polare mi persi . Camminai lungo  gli argini mentre cominciava a piovere. L’erba pestata  che chiese pietà invano alla falce ora sospirava piano.
Mi fermai per ascoltare lontano da me il ricordo di un giorno d’Aprile tessuto di petali bianchi. Terra e aria accoglievano tutti i respiri del mondo mentre il cielo si tingeva di buio. Distante da tutto eppure vicino ad ogni cosa  presi  coraggio e gettai il cuore lontano guardandolo rimbalzare come una palla di stracci.
Mi sdraiai e  raccolsi braccia e gambe allo sterno. Cercai il sonno oltre il tutto e al di là del niente.
Capii finalmente che ciò  che è  perduto per sé  non è necessariamente nascosto all’Altro.

Istruzioni per un buon impiego dell’esistenza:

Apprendere cose sul Mondo attraverso comuni schemi di pensiero per poi abbandonarli andando oltre.

Rispettare tutti gli esseri viventi Individuando la bellezza in tutte le cose del mondo  siano esse visibili come invisibili

Espandere la propria Consapevolezza

Accettare la coscienza che è spirito, come nostra
guida interiore

Non giudicare nulla e non quantificare nulla

Non aggrapparsi a nulla

Non giustificarsi

Non temere la Morte ma accettarla. Vivere la Vita

Bastare a sé stessi ma con umiltà.

Evitare di diventare Guru per sé come per gli altri

PS: Le brevi istruzioni provengono da diverse fonti, le ho fatte mie idealmente. Tendo verso certe cose e umanamente fallisco ma ricomincio senza scoraggiarmi, quindi leggete  i due testi (il primo è una mia pagina di Diario) come un ‘esposizione dei fatti, piccole note del mio "sentire".Non ho pretesa di insegnare niente a nessuno….sto solo cercando di imparare dalla Vita, dagli altri e dalla solitudine intesa come luogo per la riflessione e non come una condanna.

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11 Comments

  • utente anonimo

    29/01/2008 - 15:45

    QUELLA FOTO, quella che hai pubblicato alle 10:07

    MI HA PROVOCATO UNA SOSPENSIONE MOMENTANEA DEL BATTITO E DEL

    RESPIRO….termini fisiologici per dirti che mi ha beccato

    dentro mi ha profondamente emozionata

    e le parole mi hanno dato la levità e la leggerezza delle

    filastrocche di bimba quelle che mi raccontava mamma quando mi scarrozzava all’asilo davvero grazie per quella palla di Luce

    e per quelle montagne così diverse ma così uguali al Sinai o ad Arunachala….

    bacio

    b

    Reply to comment
  • albertoterrile

    29/01/2008 - 16:17

    Ho preso uno stralcio di mio diario recente e l’ho pubblicato perchè stimolato dalla visione di INTO THE WILD, NELLE TERRE SELVAGGE di Sean Penn.

    Into the wild racconta la storia tragica e vera – tratta dal romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme (Corbaccio, pagg. 267, euro 16.60) – di Chris McCandless, studente modello e lettore vorace, che dopo la laurea decide di abbandonare la famiglia – che odia – per cercare un rapporto solitario e totalizzante con la natura.

    Chi cerca se stesso in natura cerca e trova Dio, questo non l’ho letto nelle recensioni del film…che hanno scomodato la ricerca del sè…i road movies etc.

    L’ultima frase che il ragazzo scrive sul suo diario è LA VERA FELICITA’ E’ CONDIVISIONE. Sottoscrivo ciò, sebbene la mia condivisione nella VITA REALE sia stata spesso fraintesa come un parlarmi addosso totalmente autoreferente come un investire gli altri del mio “sentire” noncurante dell’essenza altrui. Non sono daccordo.

    Una cosa che mi colpisce è la frase finale di Barbara (amica che conosco solo via Mail) questa:

    “e per quelle montagne così diverse ma così uguali al Sinai o ad Arunachala….”

    Quando c’è un certo “sentire” questo come è ovvio si traduce anche in immagine….e chi è autore, specie nella semplicità d’espressione ha la capacità di attraversare le cose creando piccoli archetipi…ed ecco le montagne innanzi le quali medito, piango e urlo, le montagne che avvicino ed allontano ogni volta che vado sul mio appennino divenire “LE MONTAGNE PER MEDITARE”…..poco lontano da me…a 30 minuti c’è Orsigna dove si ritirò Terzani. Andai là per vedere dove si ritirava a praticare la discesa in se stesso e vidi altri montagne ancora e sembravano le stesse….. quando siamo noi a porci in un certo modo….con uno spirito buono e puro, lontano dall’immondizia e dalle scorie del quotidiano inteso come vita sociale fatta di code,votazioni,ricorsi ed altre schifezze….ogni MONTAGNA DIVIENE LA MONTAGNA PER ECCELLENZA.

    Andate a vedere il film, merita una riflessione….e ascoltate le canzoni unplugged di Eddie Vedder voce dei Pearl Jam…..una splendida voce Americana….inoltre troverete nella colonna sonora una GOIN’UP THE COUNTRY dei Canned Heat…brano col quale sfondarono al festival di Woodstock….che tempi… FORMIDABILI QUEGLI ANNI….ero troppo piccolo purtroppo, ma son felice di aver vissuto la mia età…e spero di averne ancora di tempo innanzi….tanto…perchè ho tanto da dire e “condividere”.

    Reply to comment
  • utente anonimo

    29/01/2008 - 16:56

    ciao Albertone! (anche lui frequentava la montagna, o no?!?) vedo che sei tornato on line ufficialmente, o meglio, ma forse non dovrei dirlo, non te ne sei mai andato, malgrado il colpo di scena di dicembre. vedo che la vitalità che ti pervade ha ripreso il sopravvento, e non mi stupisco, guardare Quark mi ha insegnato che tutti hanno la propria natura, tu sei uno scoiattolo NON MIMETICO in una perenne primavera. into the wild interessa anche me, ma ancora non ho potuto vederlo, perdermi nella natura è comunque uno dei miei sogni, anche se, senza corrente elettrica sarei un po’ in difficoltà, ah, gli uomini di oggi. ho preferito non telefonarti in fase natalizia, e lasciarti “leggero” senza inutili manfrine, spero che la tua sospensione per quanto ridotta abbia alleviato i tuoi pensieri. quì nell’altra valle le cose scorrono pacifiche, malgrado l’ultimo anno abbia portato anche a noi brutte notizie, ma anche queste “rapide” maledette verranno superate, è solo questione di applicazione. e metodo. la vita lascia addosso cicatrici strane, tutte quante confluiscono a creare un grosso punto interrogativo. c’è chi ci mette DIO, chi ci mette qualche altra divinità +o- attendibile, in fondo è solo questione di geografia. visto che la montagna non và a maometto, ho deciso che in primavera verrò a trovarti sulla tua montagna, invaderò la tua privacy e ti fracasserò i maroni. Le amicizie si nutrono di esperienze condivise, è il momento di nutrire la nostra, nata per vie traverse in preparazione di un giorno di giugno. non sarò interessante come i tuoi amichetti internazionali, ma anche una piattola dà il suo bel da fare. hai tutto il tempo necessario, quindi, per trovare scuse fantasiose… ! capt. america

    Reply to comment
  • utente anonimo

    29/01/2008 - 17:18

    QUESTA FRASE “ma anche una piattola dà il suo bel da fare”…LA ADOTTO …POSSO?

    GRANDE CAPT AMERICA! (CHE STRANO NOME PER UNA COSì BELLA FRASE….)

    BARBARA

    Reply to comment
  • albertoterrile

    29/01/2008 - 23:35

    Caro Capt America, oppure il siciliano più chiaccherone che io conosca….non sarai mai piattola e sarà un piacere reincontrarsi tra valli e montagne parlando della vita, di esperienze comuni e non, come dei nostri amati film western…

    Quand’ero più giovane uscivo pazzo facendo si che tutti i contatti con le mie realtà precedenti si interrompessero se si interrompeva un amore….eliminavo tutti i collegamenti possibili,libri,musica e persone…..ma son cresciuto, sebbene non in statura pertanto YOU ARE ALWAYS WELCOME AND FRANCESCA TOO…..vediamoci e non farti remore…idem col telefono, ho ancora un bel ricordo di quei boschi dove ci hai condotto, boschi pieni di arcieri….tempus fugit….

    a presto

    Capt Terri

    Reply to comment
  • ilaele

    30/01/2008 - 12:00

    sono parole forti. Inevitabilmente di entrano dentro.

    Una frase sulle altre mi ha colpito: “Espandere la propria consapevolezza”

    Forse perchè è ciò che io sto cercaondo di fare in questo momento della mia vita. consapevolezza di sè e degli altri, di ciò che ci circonda.

    Un bacio,

    Ila

    p.s. la tua pagina di diario è davvero scritta con uno stile personalissimo e poetico..ah come vorrei saper scrivere così bene,..ma sono cose che ti vengono dal cuore! un abbraccio dolce amico!

    Reply to comment
  • utente anonimo

    30/01/2008 - 12:45

    Alberto, posso regalare agli amici più preziosi le tue istruzioni per l’uso?.

    Citandone l’autore, of course.

    Ciao

    Reply to comment
  • albertoterrile

    31/01/2008 - 00:11

    Le istruzioni non sono scritte da me….ben chiaro, provengono da fonti diverse…cose lette che restano appiccicate….ma non sono mie….non amo attribuirmi ciò che non mi appartiene. Mentre per Ila rispondo che sì in genere scrivo col cuore….altre volte di pancia…sono comunque un istintivo in tutto. Questo mi ha generato parecchi problemi personali, con persone, diverse persone, chiuse, sostanzialmente insincere, abili manipolatrici che giocano il capo

    volgimento della situazione reale per mettere a dormire la coscienza, per coprire ciò che sono incapaci di ammettere…..perchè spesso per essere se stessi, non una maschera,occorre sporcarsi un pò con la vita vera…con quel lavoro che si compie giorno per giorno su di se e con gli altri…facendolo davvero. La vita non è un film, non si può ripetere la scena….la vita è un “buona alla prima”….altrimenti cosa resta? Il silenzio. il silenzio che se viene da chi invece comunica tanto diviene un segnale preciso e inequivocabile.

    Reply to comment
  • utente anonimo

    31/01/2008 - 12:21

    sto riflettendo sulle tue parole del commento precedente…mi toccano dentro, sento che mi indicano qualcosa,ancora in penombra, che mi è accaduto in una relazione.

    C’è silenzio che copre e nasconde e c’è silenzio che comunica e scopre…

    In silenzio, mi domando la mia responsabilitòe della libertà del cambiamento, non chi ha torto o ragione…

    La domanda continua dentro, l risposta no fa “p1azza pulita” ma senza distruggere…Le foglie cadono dai rami e si trasformeranno.

    Accettare senza ipocrisia.Non aggrappasi a credenze e neanche…alla solitudine!

    Grazie Alberto di condividere così … :-)

    tashi delek

    e un abbraccio

    kaapi carla

    Reply to comment
  • utente anonimo

    08/02/2008 - 11:57

    PLEGARIA A UN LABRADOR

    di Victor Jara (cantante cileno ucciso nel settembre 1973, pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet)

    Alzati e guarda la montagna

    da dove viene il vento, il sole e l’acqua.

    Tu che governi il corso dei fiumi,

    tu che seminasti il volo della tua anima.

    Alzati e guardati le mani,

    per crescere, stringile al tuo fratello;

    andremo insieme uniti nel sangue:

    oggi è il tempo che può essere domani.

    Liberaci da colui che ci domina nella miseria.

    Portaci il tuo regno di giustizia e uguaglianza.

    Come il vento soffia il fiore del passo andino.

    Pulisci come il fuoco la canna del mio fucile.

    Sia fatta infine la tua volontà Qui sulla terra.

    Dacci la tua forza e il tuo valore nel combattere.

    Come il vento soffia il fiore del passo andino.

    Pulisci come il fuoco la canna del mio fucile.

    Alzati e guardati le mani,

    Per crescere, stringile al tuo fratello

    Andremo insieme uniti nel sangue

    Ora e nell’ora della nostra morte

    Amen

    Levántate y mira la montaña

    de donde viene el viento, el sol y el agua.

    Tú que manejas el curso de los ríos,

    tú que sembraste el vuelo de tu alma.

    Levántate y mírate las manos

    para crecer estréchala a tu hermano.

    Juntos iremos unidos en la sangre

    hoy es el tiempo que puede ser mañana.

    Líbranos de aquel que nos domina en la miseria.

    Tráenos tu reino de justicia e igualdad.

    Sopla como el viento la flor de la quebrada.

    Limpia como el fuego el cañón de mi fusil.

    Hágase por fin tu voluntad aquí en la tierra.

    Danos tu fuerza y tu valor al combatir.

    Sopla como el viento la flor de la quebrada.

    Limpia como el fuego el cañón de mi fusil.

    Levántate y mírate las manos

    para crecer estréchala a tu hermano.

    Juntos iremos unidos en la sangre

    ahora y en la hora de nuestra muerte.

    Amén.

    PLEGARIA A UN LABRADOR

    di Victor Jara

    (cantante cileno ucciso nel settembre 1973, pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet)

    B.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    09/02/2008 - 10:09

    Di Victor Jara ho nel cuore una versione di Robert Wyatt del brano TE RECUERDO AMANDA….struggente, bellissima e mi accompagna dagli anni ottanta stupenda rilettura….cercatela in rete…ascoltatela…è BELLISSIMA!

    Reply to comment

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OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FEST OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FESTIVAL 11 EDIZIONE-INDIFFERENZA
 
LE BOTANISTE 1994
 
 
Quando Alberto mi chiese, mesi fa, un contributo per LA LUNGA STRADA DI PER PAOLO PASOLINI pensai a questo lavoro mai esposto ( quindi inedito) del 1994.
 
In 5 immagini sfilano alcune delle mie influenze/suggestioni : CARAVAGGIO, LA PITTURA BAROCCA, DEREK JARMAN , COCTEAU,PASOLINI.
 
Procedo a braccia larghe nella mia esistenza, perchè desidero portar con me chi mi è caro.
 
Vado avanti con AMORE E ENTUSIASMO.
 
Sono trascorsi 28 anni dagli scatti e mi sembra che tutto sia accaduto da poco, qualche mese fa potrei dire...
 
I fatti cronologici della vita dimostrano l'esatto contrario.
 
Non importa, io sono lì in quell' ALLORA come sono QUI oggi .
 
L'entusiasmo tiene a discapito del peggiore momento storico io possa aver infilato ( proprio come un tunnel ) in 61 anni di vita.
 
Nella mia carriera ho esposto prevalentemente in musei o spazi alternativi rispetto alle classiche "gallerie" ( con cui comunque ho avuto e ho rapporti).
 
Con l'ex ospedale psichiatrico ho un rapporto che comincia nel 1988 .
 
Sempre a Quarto tra il 1994 e il 1997 ho realizzato alcuni pezzi del mio work in progress NEL SEGNO DELL'ANGELO.
 
Spero di vedervi A QUARTO/EX OSPEDALE PSICHIATRICO Via Maggio 4 oggi pomeriggio alle 17...
#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #opening #inauguraziome #quartopianetafestival #quartopianetagenova #lebotaniste
LE BOTANISTE GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 LE BOTANISTE
 
 
GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 all'EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI QUARTO IN VIA GIOVANNI MAGGIO 4, PRESENTERO' UN LAVORO INEDITO
 
LE BOTANISTE 1994 Les Aigues Vives, FR
 
 
Allego un breve estratto dal testo che ho scritto per raccontare il lavoro e il clima in cui vide la luce
 
 
"Scompigliati dal Mistral, con le bocche profumate di anice abitavamo una sorta di magico sogno di mezza estate.
Vivevamo tutti nella tenuta sita nella zona di Aigues-Vives, c'erano pittori, danzatori e coreografi, molti musicisti e un fotografo.
Si parlava prevalentemente il Francese e lo Spagnolo.
La masseria viveva un continuo andirivieni di persone, alcuni si portavano appresso la famiglia. C'erano quindi anche parecchi bambini che divennero ben presto soggetto di molte mie fotografie.
Mangiavamo tutti assieme nel patio di Jackie e Angele, ci scambiavamo esperienze e condividevamo progetti lontani anni luce dalla dimensione attuale così sporca di autoreferenza e traghettata ogni dove da internet.
Ognuno manteneva le sue radici culturali e il suo approccio creativo per arricchire l'altro e mai per scavalcarlo.
Ero stato soprannominato "il piccolo italiano". Sempre pronto a documentare fotograficamente persone, luoghi, eventi o a duettare con il mio set d'armoniche e la voce con i musicisti che passavano di là."
( continua)
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TRATTENERE Se il quadro è una copia della cosa TRATTENERE
 
Se il quadro è una copia della cosa raffigurata, allora la fotografia ha un fondamento più autentico che racchiude in sé qualcosa di «magico» dell’oggetto. La fotografia coglie, trattiene ed esprime la riverberazione della magia che l’oggetto suscita. In una parola, scrive Susan Sontag, mentre il quadro raffigura, la fotografia acquisisce.

Attraverso la fotografia, ci impossessiamo dell’oggetto per sostituzione. Se comprendiamo questo, allora riusciamo a spiegarci il senso di unicità che si accompagna a certe fotografie: quelle, cioè, che trattengono momenti, cose o persone non più presenti. 

Quest'estate ho percorso più volte il tratto di strada che la foto del 2005 mostra.
Da decenni transito da ambo i lati di quella via ma preferisco il senso impresso dalla foto. Per me, quella direttiva che vede Casa Morsiani sulla sinistra significa arrivare a casa, la casa in mezzo ai monti di Iola.

Gli alberi non ci sono più. Sono stati tagliati. Il mio sguardo si duole al pari del cuore.
La ragazza esiste. Oggi è una donna, una mamma.
La stampella apparteneva a mia zia Elena scomparsa da tempo.

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #susansontag #ealterbenjamin #riflessionifotografiche #tempo #mutamenti #strada #stampella #2005
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