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Varie

Posted on 12/02/2007 at 15:51 by Alberto Terrile / 14 Comments


Foto: © Alberto Terrile 1985 ritratto di Lorenzo Garaventa scultore

LORENZO GARAVENTA

Questa mattina, di buon ora ero alla fermata dell’autobus. Nell’attesa il mio sguardo s’è posato su grandi finestre chiuse,i muri gialli della casa di fronte ed il giardino dove vivevano due sorelle,Laura e Silvia. Da  bambino trascorrevo il mio tempo a guardarle giocare,riparato dal cotone grezzo di una tenda.
E’ un mattino grigio e molto umido. Salgo sul mezzo pubblico, le facce si intonano alla giornata, riconosco un signore che conosco di vista e accenno un saluto muovendo i tratti del viso sino a sorridergli…..mi sento come il croco, il fiore  che annuncia la primavera quando attorno è ancora tutto dell’inverno. Sono l’unico sorriso su quell’autobus di linea.

Ripenso a tutto ciò che non è più attorno a me….a partire dalle due bambine…rivedo i miei passi e i luoghi da questi raggiunti, riascolto le voci, le intonazioni mentre attorno tutto è diverso. Il tempo compie sempre il suo lavoro e noi umani viviamo in lui.

Da ragazzo frequentavo lo studio di uno scultore: Lorenzo Garaventa. Io iniziavo a dipingere e gli confidavo i miei amori e   i miei timori per il visibile, lui mi narrava con la sapienza di chi è “un anziano” dei suoi trascorsi d’arte,di letteratura e d’amore.
Ricordo pomeriggi primaverili nel suo studio a respirare l’odore polveroso delle crete, della terracotta,stregato dal suo rammentare a memoria l’intera Divina Commedia che amava recitarmi.
Da ragazzo ho avuto la fortuna di avvicinarlo e divenire  suo amico così come  e di un suo grande allievo: Michelangelo Barbieri. Sono cresciuto quindi dimensionando il mio sogno d’Arte sulla realtà di veri artisti.
Appena iniziai a fotografare davvero,poco più che ventenne gli chiesi di potergli fare un ritratto nel suo studio, in luce naturale,in piccolo formato ( la pellicola era l’ FP4 della ilford) con la mia prima contax ed un piccolo zoom 35/105 della Yashica. Ero alle prime armi sia in ripresa che in stampa.

Oggi riguardando quel ritratto  di Lorenzo Garaventa che ha oltre 25 anni ho compreso appieno la frase più bella detta dal  mio professore di figura disegnata che mi insegnò tanto al liceo artistico ( Guido Zanoletti) : _- Avevi già tutto dentro di te….. ti ho solo dato dei suggerimenti per la rotta….

….oggi io faccio lo stesso con i miei allievi.

Lorenzo Garaventa  fù Allievo di Antonio Quinzio e di Eugenio Baroni, frequentò poi l’Accademia di Firenze e strinse rapporti di amicizia con personalità quali Giovanni Papini, Primo Conti, Ottone Rosai, Ardengo Soffici e Curzio Malaparte. Tornato a Genova, fu docente di scultura al liceo artistico Barabino di Genova. Nella sua lunga attività, dopo mostre personali a Milano e a Torino, partecipò nel 1948 e nel 1950 alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma del 1948 e del 1953. 

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14 Comments

  • LaMartiz

    12/02/2007 - 16:55

    che onore..

    Reply to comment
  • gioeco

    13/02/2007 - 10:57

    Ieri mentre guidavo, ripensavo a quanto scritto in questo post.

    Poi, improvvisamente, accesa la radio, le parole di Max Pezzali.

    Intovana così…

    “lo strano percorso di ognuno di noi…”.

    Quale miglior risposta ad un post che di risposte non ne cerca.

    Piuttosto l’altro punto di vista, il mio, a confronto, tanto per portare in evidenza la riflessione/ considerazione sul fatto che se ognuno di noi risulta unico e speciale, lo deve alle persone, ai maestri, di vita e di arte, che ha avuto la fortuna di incontrare od un giorno renderà tali.

    Ma il modo per riuscire ad uscire dalla periferia del proprio dire o pensare nessuno te lo suggerisce e certe giorni quando ti rendi conto della pochezza che ti circonda altro non puoi fare che pensare che prima o poi la tua mente sarà costretta a spegnersi.

    Cordialmente

    Giovanni – Giòeco

    Reply to comment
  • Markitos

    14/02/2007 - 13:54

    A me vengono in mente le parole di Woody Guthrie, ovvero il più grande poeta/cantautore popolare americano, che disse di sè:

    “In fondo, sono come un fotografo senza macchina fotografica, perchè in realtà considero voi il poeta e voi il cantante, perchè voi leggerete queste righe con una voce che ha più musica della mia.”

    In parte una frase del genere è dettata dalla grande modestia e semplicità di Guthrie, ma in parte è anche il suo desiderio di riuscire in un’impresa impossibile: dare una coscienza all’America intera. Una poesia, una canzone, una scultura ed una foto hanno bisogno non solo di un artista che le crei dal nulla, ma anche di un “osservatore” che sappia farle sue, che riesca a leggere non solo dentro l’anima di chi le ha create, ma anche dentro la propria.

    Guthrie fu fonte di ispirazione, tra gli altri, del più grande cantautore vivente, ovvero Bob Dylan, il quale, rivolgendosi ai sui fans, una volta disse:

    “non c’e niente che possa prendere da voi fuorché una coscienza inquieta”

    sempre che questa coscienza sia presente in chi ascolta, aggiungo io.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    14/02/2007 - 14:39

    Esattamente,concordo. L’artista crea e in principio deve farlo per sè, perchè è un esigenza, non per tornaconto,per blasone. Lo spettatore col suo vissuto completa,ambienta l’opera in sè….l’assume attraverso lo sguardo e la deposita nei fondi del proprio cuore per ciò che l’opera ha saputo offrire ed innescare…..spesso ho scritto dell’artista come una sorta di antenna sintonizzata su frequenze che altri non colgono…..gli spettatori sono coloro che guardando danno un senso ed una lettura all’opera….la completano col loro essere….Umberto Eco ne scrisse “opera aperta” molti anni prima che gli arridesse fama e fortuna economica con i suoi romanzi.

    Conosco W Guthrie e l’influenza che ha avuto sul primo Dylan pre Newport….e a questo punto consiglio per gli amanti del folk americano un bellissimo cofanetto di tre cd doppi (84 canzoni) provenienti dalla Smithsonian folkways recordings intitolato ANTHOLOGY OF AMERICAN FOLK MUSIC edited by Harry Smith

    http://www.folkways.si.edu/search/AlbumDetails.aspx?ID=2426

    http://en.wikipedia.org/wiki/Harry_Everett_Smith

    Reply to comment
  • gioeco

    14/02/2007 - 22:49

    Il motivo della cancellazione del commento ?

    Era interessante quanto c’era scritto.

    Cordialmente

    Giòeco

    Reply to comment
  • utente anonimo

    15/02/2007 - 08:20

    Wow !

    un colpo al cuore questa foto, lacrimuccia nostalgica!

    Garaventa è il prof che ho amato di più, in assoluto!

    cavoli..che risveglio stamattina, son qui ancora assonnata davanti al pc, col caffè ed eccolo…bella foto, bei ricordi.

    Non dico altro..GRAZIE!

    un bacio

    Mariatelodicevo

    Reply to comment
  • albertoterrile

    15/02/2007 - 08:47

    Non cancello nulla….splinder delira, stamane non trovavo il mio post poi è riapparso!!!…..di mia sponte non ho mai levato niente.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    15/02/2007 - 10:38

    Per Mariatelodicevo.

    Il giorno in cui molta gente comprenderà realmente l’importanza di chi si pone innanzi le persone per ritrarle….di chi in una sorta di equazione tra luce interiore ed esteriore del soggetto realizza ciò che chiamiamo “Ritratto” io non sarò più di questa terra.

    Chi fà il mio “mestiere” deve scontrarsi sovente con l’arroganza di tanti addetti ai lavori: critici,galleristi,photoeditor,art director,giornalisti che ritengono di aver le conoscenze, le capacità per giudicare….e scelgono, innalzano e fanno affondare nomi e idee ….e spesso belle immagini,pregne di senso oltre che di forma…….vorrei poter aver fotografato “la loro madre” per mostrargliela quando qui non sarà più e vedere il loro viso….ascoltare le loro emozioni innanzi a quella memoria depositata su carta…..

    Non è acredine …credetemi…..quest’immagine assieme ad altre 4 che presentai mi garantì il primo premio nazionale nel 1989 come miglior ritrattista italiano…ciò che dico è maturato nel tempo….con incontri fatti….gente che dirige agenzie, che fà l’Art per grandi magazines….che vende fotografia tra le sue quattro mura….che parla spesso senza cognizione….perchè la pittura traduce bidimensionalmente le cose, la scultura lo fà tridimensionalmente ma la fotografia……la fotografia opera sulla realtà, sul qui ed ora per poi deporre il risultato nel tempo che verrà….e la grande abilità del ritrattista è non solo quella di mostrarti l’immagine di chi oggi non vedi più…ma di riportarti al suono,all’odore,al calore di quella persona……

    …e lo si può fare anche con i luoghi, con le cose…..ma dentro, nel fondo dell’anima occorre arda un fuoco….io lo alimento e ringrazio chi me l’ha dato.

    Reply to comment
  • utente anonimo

    15/02/2007 - 11:41

    SENZA MEMORIA

    Sono giorni di smarrimenti,

    di facili abbrutimenti,

    di grandi ostentamenti,

    di soliti ripensamenti

    di vergogne represse

    il voto continua

    il vuoto riempie

    il tempo che avanza

    Si aprono i cancelli

    Teletrasportando nello spazio

    Miserie che non sappiamo accettare

    E così il genocidio continua

    Le ultime culture vengono calpestate

    E assorbite nel villaggio globale

    Anche l’ultimo pensiero

    Si è riempito la pancia

    Nel vuoto che riempie

    Il tempo che avanza

    Il pensiero è conforme

    La pace è assicurata

    Le armi le abbiamo riposte

    Con il colpo in canna

    E intanto un’altra occasione

    È stata perduta

    Per cambiare, per provare

    Ad imparare dal passato

    Di questi popoli senza memoria

    FESTER

    CIAO IT

    Reply to comment
  • albertoterrile

    15/02/2007 - 13:06

    Ciao Fester…..ieri passai per una commissione vicino a casa tua….e ripensai a tante cose….non solo ai Can e ai Faust…feci considerazioni sulla vita,il tempo e altro….non stavo bene nel fisico (la gola) e dentro…a fondo….

    ….allora entrai in un bar e ordinai un cappuccio col caffè hag…… e so che a questo punto tu capirai meglio d’altri!!!

    Continua a scrivere perchè è molto terapeutico.. e pubblica pure qui da me che ci sono già tuoi estimatori!!!!

    buona giornata.

    Reply to comment
  • PlacidaSignora

    16/02/2007 - 12:40

    I buoni maestri sono una delle cose più preziose che esistano al mondo…:-*

    Reply to comment
  • utente anonimo

    21/02/2007 - 11:09

    Splendida, in un solo scatto è racchiuso tutto. Avrei voluto conoscerlo anch’io.

    Paola

    Reply to comment
  • albertoterrile

    24/02/2007 - 12:43

    Cara Paola, credo che gli incontri importanti della vita lascino traccia in noi a tal punto da far sì che qualcosa di chi qui non è più riviva attraverso chi resta…ma non nel racconto, bensì in ciò che ha saputo lasciare con amore.

    Qualcosa di Garaventa è oggi a me ed ora tocca a me il compito.

    Io cerco di metter tanto amore in ciò che faccio perchè ci credo e spero,non per desiderio d’eternar memoria, che questo mio ridere,urlare,gioire e cadere sedimenti in qualcuno e passi ben oltre me….per portare in giro un messaggio di AMORE PER IL VISIBILE E L’INVISIBILE.Sento di aver questo compito….e da quando l’ho capito ho scelto anche di insegnare….per testimoniare con la vita….non con parole scritte….

    Reply to comment
  • utente anonimo

    22/01/2009 - 20:48

    Conosco bene questa foto… ehheheh

    Reply to comment

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OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FEST OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FESTIVAL 11 EDIZIONE-INDIFFERENZA
 
LE BOTANISTE 1994
 
 
Quando Alberto mi chiese, mesi fa, un contributo per LA LUNGA STRADA DI PER PAOLO PASOLINI pensai a questo lavoro mai esposto ( quindi inedito) del 1994.
 
In 5 immagini sfilano alcune delle mie influenze/suggestioni : CARAVAGGIO, LA PITTURA BAROCCA, DEREK JARMAN , COCTEAU,PASOLINI.
 
Procedo a braccia larghe nella mia esistenza, perchè desidero portar con me chi mi è caro.
 
Vado avanti con AMORE E ENTUSIASMO.
 
Sono trascorsi 28 anni dagli scatti e mi sembra che tutto sia accaduto da poco, qualche mese fa potrei dire...
 
I fatti cronologici della vita dimostrano l'esatto contrario.
 
Non importa, io sono lì in quell' ALLORA come sono QUI oggi .
 
L'entusiasmo tiene a discapito del peggiore momento storico io possa aver infilato ( proprio come un tunnel ) in 61 anni di vita.
 
Nella mia carriera ho esposto prevalentemente in musei o spazi alternativi rispetto alle classiche "gallerie" ( con cui comunque ho avuto e ho rapporti).
 
Con l'ex ospedale psichiatrico ho un rapporto che comincia nel 1988 .
 
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Spero di vedervi A QUARTO/EX OSPEDALE PSICHIATRICO Via Maggio 4 oggi pomeriggio alle 17...
#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #opening #inauguraziome #quartopianetafestival #quartopianetagenova #lebotaniste
LE BOTANISTE GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 LE BOTANISTE
 
 
GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 all'EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI QUARTO IN VIA GIOVANNI MAGGIO 4, PRESENTERO' UN LAVORO INEDITO
 
LE BOTANISTE 1994 Les Aigues Vives, FR
 
 
Allego un breve estratto dal testo che ho scritto per raccontare il lavoro e il clima in cui vide la luce
 
 
"Scompigliati dal Mistral, con le bocche profumate di anice abitavamo una sorta di magico sogno di mezza estate.
Vivevamo tutti nella tenuta sita nella zona di Aigues-Vives, c'erano pittori, danzatori e coreografi, molti musicisti e un fotografo.
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Attraverso la fotografia, ci impossessiamo dell’oggetto per sostituzione. Se comprendiamo questo, allora riusciamo a spiegarci il senso di unicità che si accompagna a certe fotografie: quelle, cioè, che trattengono momenti, cose o persone non più presenti. 

Quest'estate ho percorso più volte il tratto di strada che la foto del 2005 mostra.
Da decenni transito da ambo i lati di quella via ma preferisco il senso impresso dalla foto. Per me, quella direttiva che vede Casa Morsiani sulla sinistra significa arrivare a casa, la casa in mezzo ai monti di Iola.

Gli alberi non ci sono più. Sono stati tagliati. Il mio sguardo si duole al pari del cuore.
La ragazza esiste. Oggi è una donna, una mamma.
La stampella apparteneva a mia zia Elena scomparsa da tempo.

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #susansontag #ealterbenjamin #riflessionifotografiche #tempo #mutamenti #strada #stampella #2005
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