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NEMMENO CAPACI DI PENSARE LA MORTE CHE SIAMO
E’ da tanti di quei secoli che possiamo guardare i nostri animali che nascono, faticano e muoiono davanti a noi senza che a loro gli sia mai capitato nient’altro di speciale che non fosse ricominciare lo stesso insulso fallimento là dove tanti altri animali l’avevano lasciato. Avremmo dunque dovuto capire quello che capitava. Ondate incessanti di esseri inutili vengono dal fondo dei tempi a morire in continuazione davanti a noi, e tuttavia restiamo lì, a sperare qualcosa… Nemmeno capaci di pensare la morte che siamo.
Louis-Ferdinand Céline, da Viaggio al termine della notte – Traduzione di Ernesto Ferrero
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