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La luce

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La luce

Posted on 13/09/2012 at 04:58 by Alberto Terrile / 2 Comments

Photo for a non-profit project raising funds to provide housing and assistance for Miss Lavelle White

Vorrei parlare di luce, dell’importanza che riveste per chi usa l’antica forma di scrittura che chiamiamo fotografia. E’ importante parlarne oggi, nel tempo in cui, la luce sembra sia divenuta  un  mero accessorio modificabile unicamente attraverso programmi di elaborazione dei files anziché l’elemento costitutivo principale di un immagine fotografica. La luce varia a seconda delle ore del giorno, dell’umidità, della latitudine e risente molto dell’inquinamento.

Guardo le fotografie che spopolano in rete, riconosco i colori come un cuoco individua gli ingredienti a occhi chiusi annusando una portata.Oggi tutta la luce  che viene registrata dalle fotocamere viene corretta cromaticamente in post produzione. Più calda o più fredda, poco importa rispetto al “mai com’era all’origine”.

Che gli artisti debbano tinteggiare un cosmo interiore che poco ha a che vedere con i colori del mondo è accettabile,la fotografia non è oggettiva, lo si faceva un tempo con la scelta di particolari emulsioni, come con filtri polarizzatori o gradienti quanto oggi lo si fa con specifici programmi.

Quello che oggi a mio avviso manca è la misura. Non è la favoletta del nonno innanzi al camino che dice :-“Ai miei tempi”…bensì il segno tangibile che in questo momento epocale, momento di transizione e passaggio della fotografia che è massicciamente digitale si spostano i cristalli con i guantoni da box.

La folgorazione che ho avuto in Islanda è stata la luce: i colori erano saturi, le linee nette, tutto magicamente brillava. Nella nostra terra dobbiamo salire le alte vette, lontanissimi dalle città proprio a pelo per toccare il cielo e far solletico alle nuvole per capire realmente cosa è la luce.

Cementizzazione e polluzione hanno sporcato l’aria e corrotto la luce avvelenando l’anima dell’uomo.

E’ trascorso già tanto tempo dall’industrial music, dai throbbing gristle, dalle acciaierie di cornigliano, dalle notti ai giardini baltimora  dove frotte di giovani, negli anni ottanta ,consumavano acido per virare ancor più i colori già timbrici di un epoca sghemba.

Allora i colori erano quelli dei fumetti di Andrea Pazienza, Mattotti, Giacon, Tamburini&liberatore,Scozzari.

Sono cresciuto da allora e ho visto tante cose. Ho viaggiato con il corpo e con la mente. Non amo e corrispondo  quella parte di realtà  dove l’uomo resta invischiato dal denaro e dall’esercizio del potere, quella superficiale del vivere oggi globalizzati tutti orgogliosi della propria unicità eppure eguali come supposte in un astuccio farmaceutico.

Vorrei parlare di luce, dell’importanza che riveste per chi usa l’antica forma di scrittura che chiamiamo fotografia .Forse sarà pretestuoso ma  vorrei portare il mio piccolo contributo a una storia del mondo delle immagini o delle figurine. Lo faccio attraverso la luce, quella del mondo e quella spesso dimenticata che risiede nel nostro cuore.

Islanda / 1 settembre /  autoritratto : guardando verso la luce

 

 

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2 Comments

  • DANILO

    13/09/2012 - 06:01

    viviamo i tempi dei mordi e fuggi, quickly quickly….tutto è sintetico rapido e immediato…in ogni settore viaviamo all’interno di un “Bignami”…..ecco perchè facciamo tanta spazzatura nelle nostre vite. E’ normale per chi liha vissuti sentirsi mancare i tempi passati ove, anche nella semplicità dei gesti quotidiani, c’era il tempo di ascoltare le parole degli adulti, di pesarle di discuterne e durante quest’ascolto..essere accarezzati dalla luce che cambiava lenta…..oh andiamo che si è fatto buio. grande coach

    Reply to comment
  • pupella aprile

    13/09/2012 - 11:39

    Anni fa, quando ero ragazza spensierata e vagabonda, mi ritrovai nell ‘altopiano del salernitano insieme ai pastori che producevano mozzarelle e caciocavalli,avevo con me una piccola rolley tutta manuale regalo di mio fratello.era compatta e leggera, usarla non era facile, ma a volte produceva ‘capolavori casuali ‘.Fotografai un giovane pastore pastore che lavorava il caciocavallo in una piccola casa di legno, poca luce, il fumo dell ‘acqua che bolliva sul fuoco,e un raggio di sole che tagliava la foto a metà. Le mani in movimento e si sentiva il profumo del latte e del fuoco.vinsi un premio per questa immagine dove la luce, poca e fumosa, descriveva il tutto.

    Reply to comment

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albertoterrile

Sono una “macchina sensibile”, il mio carburante sono le emozioni. Amo rendere visibile l’invisibile.

ALBER( t )O Se faccio un gioco e metto tra par ALBER( t )O 

Se faccio un gioco e metto tra parentesi la T divengo un albero
La T è l'iniziale del mio cognome, Terrile, di ascendenze austriache "...che viene dalla Terra".

Nel 1997, nel mio labor of love sull'Appennino , decisi di mettere in pagina il mio pensiero sugli alberi realizzando questa immagine nel bosco adiacente casa.
La stessa estate con la complicità di Susanna realizzai la mia "visionaria" rielaborazione del concetto di nascita e discendenza.

In mezzo, attraverso e dentro di me il ricordo di antiche parole...
«Vedi qualche cosa?» Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano» ( 1 )



( 1 ) 
Marco 8,22-26
Gesù guarisce un cieco
Mr 10:46-53; Gv 9:1-11
22 Giunsero a Betsaida; fu condotto a Gesù un cieco, e lo pregarono che lo toccasse. 23 Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: «Vedi qualche cosa?» 24 Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano». 25 Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente. 26 Gesù lo rimandò a casa sua e gli disse: «Non entrare neppure nel villaggio».

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Scrivete/chiedete/postate di meno e vivete/sbagliate di più!

Cheers!

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Soffro chiuso e limitato da questo tempo epocale, soffro senza la mia vera camera oscura, quella attuale sta come le uova di lompo al caviale.

Ogni progetto è rallentato dalle incombenze/doveri famigliari/scolastici e dalle limitazioni imposte a me come a tutti.

Mi faccio delle domande...

Devo commuovermi come un anziano contemplando la luce che entra in un vecchio mobile in un attimo in cui il sole accenna un saluto?

Debbo liberare un sospiro mentre passa quella bellezza che non è possibile neppur sfiorare con i pensieri ?

Non debbo dispiacermi perchè questi pensieri negativi fanno poi ammalare o comunque star male ?

Tutti hanno le risposte per tutto ma io, non le voglio sapere !


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Altri TEMPI ( in tutti i sensi) Mi montai la Altri TEMPI ( in tutti i sensi) 


Mi montai la Rb67 sul cavalletto, sviluppai la notte gli scatti, e stampai. Era diverso...

Oggi risparmi due/tre orette che puoi dedicare a migliorare e rifinire la tua "scissione"( vedi Splitting) o spingere sull'acceleratore divenendo anche tu come gli oltre 120 mila Hikikomori italiani.

Autoritratto c/o PSYCO CLUB 1987/1988 circa.

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