Riflessioni fotografiche
Intervista a Breslavia sulla fotografia
INTERVISTA A TERRILE A BRESLAVIA CLICCA
Autoritratto Giugno 2017 nell’auletta vuota a Breslavia / Komuny Paryskiej
Appunti da una colazione Breslavia 2017
foto G Olcese 2017
Appunti da una colazione Breslavia 2017
One Comment
Riyueren
Ho letto con emozione questa tua intervista. Sottoscrivo ogni tua parola, perché il mio pensiero sulla fotografia è identico al tuo. Mi ha colpito tantissimo quello che hai raccontato sui calci ai cadaveri per meglio “comporre” il dolore che si vende. Mai avrei pensato che si potesse arrivare anche a questo. Ricordo una volta in cui, mostrando una foto che avevo scattato ad una farfalla mi ero sentita chiedere se l’avevo tenuta in frigo e poi messa lì per fotografarla: così scoprivo che certi fotografi catturano le farfalle e poi le fotografano da morte per comporre lo scatto come gli pare. Quello che riporti tu è ancora più indegno, ma nasce dallo stesso pensiero che fa fotografare solo ciò che è vendibile. Invece io credo che si possa e si debba fotografare il dolore con poesia, non con ostentazione, perché prima viene il rispetto e chi fruisce delle foto possa essere, in qualche modo, accompagnato, per non dire educato, a questo tipo di visione, questo tipo di sguardo di cui credo ci sia sempre più bisogno nel mondo, perché è questo modo di guardare che potrebbe renderlo e renderci migliori. Scusa la lunghezza, Alberto, ma le tue parole mi hanno commossa profondamente. E continuo a pensare che siamo due rette parallele, tu molto più in alto, ovviamente, ma sulla stessa lunghezza d’onda…che non s’incontreranno mai, ma che condividono lo stesso sguardo. Sono felice che ci siano nel mondo persone come te.