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GUARDO LA FOTO

Home / mitografia del quotidiano / GUARDO LA FOTO
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mitografia del quotidiano

GUARDO LA FOTO

Posted on 17/07/2019 at 08:00 by Alberto Terrile / 1 Comment

Guardo la foto, sono con mia sorella sul balcone della casa dove vivevamo da bambini.

Guardo la foto, sono con mia sorella sul balcone della casa dove sono tornato a vivere.

Abito nuovamente questo appartamento, lo faccio da 32 anni.

A diciotto anni sognavo di venirci a vivere con la mia prima fidanzata, il mio primo amore.

Ho scoperto perché si dice primo amore, perché, forse, ne arriveranno altri.

 

Ci è stata data una vita abbastanza lunga e per il compimento di cose grandissime, se venisse spesa tutta bene; ma quando la si perde tra il lusso e la trascuratezza, quando non la si spende per nessuna cosa utile (positiva), quando infine ci costringe la necessità suprema, ci accorgiamo che è già passata essa che non capivamo che stesse passando. È così: non riceviamo una vita breve, ma l’abbiamo resa (tale), e non siamo poveri di essa ma generosi. (Lucio Anneo Seneca )

 

Guardo la foto, sono con mia sorella sul balcone della casa in Via Bandi. Su quel terrazzo in alto, dove c’è una scala ora vive un vigile che il mattino si sveglia presto come me. Lui stende alle 6 mentre io preparo due moke.

Su quel balcone quindici anni fa vivevano Carla e Jimmy e questa che segue è la loro storia.

 

Un tempo, quando mi affacciavo alla finestra di cucina, potevo scorgere una sagoma di quasi due metri per 60 kg che la gente chiamava “Er Jimmy”, in realtà aveva il mio stesso nome: Alberto.

Er Jimmy aveva una storia tristissima alle spalle. Finì in galera per errore e non venne risarcito, fece del manicomio, perse la moglie, visse in strada e un bel giorno trovò Carla.

Carla abitava di fronte a me. Soffriva d’esaurimento pertanto era stata sospesa dal lavoro. Carla leggeva la Bibbia, Er jimmy bestemmiava, si conobbero alla neuro , si piacquero e decisero di vivere assieme, o meglio Carla lo ospitò nell’appartamento proprio in faccia a me.

Er Jimmy era diventato uno dei personaggi del quartiere, uno degli amici del club  della cantina, un gruppetto di allegri pensionati che parlano tutto il giorno di pesca e di caccia al cinghiale, di porto e sindacati, vuotando ettolitri di bonarda e altri rossi da tavola.

Er Jimmy non stazionava mai l’intera giornata in latteria, ci passava, regalava alcune perle di saggezza con accento romano (in realtà è Siciliano di Salina) scimmiottando Thomas Milian quando interpretava er monnezza, poi proseguiva altrove la sua giornata.

Carla era sovrappeso quanto lui era sottopeso. Era bellissimo guardarli camminare mano nella mano. Ogni tanto lui partiva e tornava in Sicilia a guadagnare qualcosa pescando. Quando parlava della sua moglie che era morta giovane gli si velavano gli occhi.

Nonostante tutte le avversità e lunghi anni trascorsi sulla strada a far barbonaggio, aveva sempre una nota positiva per affrontare la vita, uno sguardo sereno anche se irregolare, era un portatore sano di strabismo…ogni tanto un occhio gli partiva per i fatti suoi.

Se qualcuno gli diceva:- Sai che ricordi un po’ Frank Zappa, lui sorrideva…era un paragone che e lo lusingava.

Arrivò però un giorno in cui, tornando da uno dei miei viaggi di lavoro, vidi la casa di fronte tutta chiusa e triste, con le tapparelle abbassate.

Carla era stata di nuovo male, forse ricoverata, forse ripresa in famiglia, non è dato sapere. Lui era via. Tornò reclamando le sue cose, qualche straccio e i documenti, ma la casa era stata chiusa, era passato l’avvocato. Lo hanno visto stazionare sottocasa qualche giorno nella speranza che qualcuno aprisse. Nulla di tutto ciò.

Parole di condivisione, pacche sulle spalle e qualche bicchiere offerto dagli amici della cantina, ma di fatto Er Jimmy era nuovamente senza casa, nuovamente in mezzo a una strada.

Lo incontrai sconsolato mentre rientravo, aveva un lettore compact portatile con cuffiette senza cd, mi disse:- Torno a dormì in strada, ce so’ abituato….c’hai quarche cd da prestamme?

Salii in casa e presi dalla mia collezione cinque cd e 50 €, scesi e gli dissi:- Tieni !

Mi abbraccio, sapeva d’ascella sudata, lo stesso abbraccio forte che mi diede un anno prima quando scoprì che mi ero separato e mi vide magro e triste.

Lo vidi andare verso la fermata del 17, direzione centro.

E’ stata l’ultima volta.

 

Guardo la foto, sono con mia sorella sul balcone della casa dove vivevamo da bambini. Stamane mentre il vigile stendeva il suo bucato rileggevo Seneca il” De brevitate vitae” e pensavo alle sue parole : “Ci è stata data una vita abbastanza lunga e per il compimento di cose grandissime, se venisse spesa tutta bene”

Faccio un esame di coscienza e penso che sì, anche io  ho dissipato un po’ di tempo ma poi, ho recuperato.

Vivo a pieno le mie giornate diviso tra scuola, la casa in cui vivo e scrivo e i miei genitori oggi anziani.

Fotografo ancora tanto e immagino continui progetti che vanno dalle mostre ai libri passando attraverso le istanze dell’insegnamento.

Dormo poco in parte perché sono insonne, in parte perché ho sempre tante cose da fare.

 

 

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One Comment

  • klaus

    17/07/2019 - 21:49

    gran post, albe
    k.

    Reply to comment

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OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FEST OGGI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 - QUARTOPIANETA FESTIVAL 11 EDIZIONE-INDIFFERENZA
 
LE BOTANISTE 1994
 
 
Quando Alberto mi chiese, mesi fa, un contributo per LA LUNGA STRADA DI PER PAOLO PASOLINI pensai a questo lavoro mai esposto ( quindi inedito) del 1994.
 
In 5 immagini sfilano alcune delle mie influenze/suggestioni : CARAVAGGIO, LA PITTURA BAROCCA, DEREK JARMAN , COCTEAU,PASOLINI.
 
Procedo a braccia larghe nella mia esistenza, perchè desidero portar con me chi mi è caro.
 
Vado avanti con AMORE E ENTUSIASMO.
 
Sono trascorsi 28 anni dagli scatti e mi sembra che tutto sia accaduto da poco, qualche mese fa potrei dire...
 
I fatti cronologici della vita dimostrano l'esatto contrario.
 
Non importa, io sono lì in quell' ALLORA come sono QUI oggi .
 
L'entusiasmo tiene a discapito del peggiore momento storico io possa aver infilato ( proprio come un tunnel ) in 61 anni di vita.
 
Nella mia carriera ho esposto prevalentemente in musei o spazi alternativi rispetto alle classiche "gallerie" ( con cui comunque ho avuto e ho rapporti).
 
Con l'ex ospedale psichiatrico ho un rapporto che comincia nel 1988 .
 
Sempre a Quarto tra il 1994 e il 1997 ho realizzato alcuni pezzi del mio work in progress NEL SEGNO DELL'ANGELO.
 
Spero di vedervi A QUARTO/EX OSPEDALE PSICHIATRICO Via Maggio 4 oggi pomeriggio alle 17...
#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #opening #inauguraziome #quartopianetafestival #quartopianetagenova #lebotaniste
LE BOTANISTE GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 LE BOTANISTE
 
 
GIOVEDI 15 SETTEMBRE ALLE ORE 17 all'EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI QUARTO IN VIA GIOVANNI MAGGIO 4, PRESENTERO' UN LAVORO INEDITO
 
LE BOTANISTE 1994 Les Aigues Vives, FR
 
 
Allego un breve estratto dal testo che ho scritto per raccontare il lavoro e il clima in cui vide la luce
 
 
"Scompigliati dal Mistral, con le bocche profumate di anice abitavamo una sorta di magico sogno di mezza estate.
Vivevamo tutti nella tenuta sita nella zona di Aigues-Vives, c'erano pittori, danzatori e coreografi, molti musicisti e un fotografo.
Si parlava prevalentemente il Francese e lo Spagnolo.
La masseria viveva un continuo andirivieni di persone, alcuni si portavano appresso la famiglia. C'erano quindi anche parecchi bambini che divennero ben presto soggetto di molte mie fotografie.
Mangiavamo tutti assieme nel patio di Jackie e Angele, ci scambiavamo esperienze e condividevamo progetti lontani anni luce dalla dimensione attuale così sporca di autoreferenza e traghettata ogni dove da internet.
Ognuno manteneva le sue radici culturali e il suo approccio creativo per arricchire l'altro e mai per scavalcarlo.
Ero stato soprannominato "il piccolo italiano". Sempre pronto a documentare fotograficamente persone, luoghi, eventi o a duettare con il mio set d'armoniche e la voce con i musicisti che passavano di là."
( continua)
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Le fotografie arrivano direttamente dal 1994 con un EURONIGHT dalla Provenza, un Intercity che fa servizio internazionale notturno, per le coincidenze... rivolgetevi alla mia testolina .
 
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"Se non avessi creato il mio mondo, probabilmente sarei morta in quello degli altri". Anais Nin

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L’ ACQUA NELLA CARRIOLA Estate 2022 #albertote L’ ACQUA NELLA CARRIOLA 
Estate  2022
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TRATTENERE Se il quadro è una copia della cosa TRATTENERE
 
Se il quadro è una copia della cosa raffigurata, allora la fotografia ha un fondamento più autentico che racchiude in sé qualcosa di «magico» dell’oggetto. La fotografia coglie, trattiene ed esprime la riverberazione della magia che l’oggetto suscita. In una parola, scrive Susan Sontag, mentre il quadro raffigura, la fotografia acquisisce.

Attraverso la fotografia, ci impossessiamo dell’oggetto per sostituzione. Se comprendiamo questo, allora riusciamo a spiegarci il senso di unicità che si accompagna a certe fotografie: quelle, cioè, che trattengono momenti, cose o persone non più presenti. 

Quest'estate ho percorso più volte il tratto di strada che la foto del 2005 mostra.
Da decenni transito da ambo i lati di quella via ma preferisco il senso impresso dalla foto. Per me, quella direttiva che vede Casa Morsiani sulla sinistra significa arrivare a casa, la casa in mezzo ai monti di Iola.

Gli alberi non ci sono più. Sono stati tagliati. Il mio sguardo si duole al pari del cuore.
La ragazza esiste. Oggi è una donna, una mamma.
La stampella apparteneva a mia zia Elena scomparsa da tempo.

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #susansontag #ealterbenjamin #riflessionifotografiche #tempo #mutamenti #strada #stampella #2005
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