mitografia del quotidiano
“Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi “
Noi non siamo il nostro lavoro e identificarci con questo è un errore. Se lo sappiamo svolgere con competenza e passione è meglio, soprattutto perché altri ne otterranno beneficio.
Penso agli insegnanti, penso ai presidi, penso ai direttori, penso a coloro che si devono rapportare col prossimo ( negozianti e responsabili di uffici pubblici, forze dell’ordine, medici e quant’altro)
Il tessuto sociale sfilacciato nel quale stiamo vivendo mostra buchi e falle.
I Ministeri sono spesso gestiti da persone immeritevoli piazzate lì per compiacenti giochi di squadra, esseri che fanno dell’inconsapevolezza la regola creando gravissimi danni, alcuni li stiamo già vedendo, altri e si renderanno ancor più evidenti nel prossimo decennio.
Sono stato studente e ho avuto sia bravi professori che emeriti imbonitori. Ognuno in fondo offre ciò che ha, un sapere, delle tessere di partito che lo muovono secondo parametri definiti, un ego che lo illude di essere il più bravo, il più affascinante, er mejo, una timidezza che lo fa quasi tremare di fronte alla classe o essere aggressivo per contrastare il suo disagio.
Non posso visto l’approssimarsi del Natale dimenticare una visita alla mia vecchia preside oramai scomparsa.
Ero uno studente troppo vivace per non venire ricordato da lei per una parlantina eccessiva al pari di una motilità fisica. Chiamava tutti affettuosamente “BAMBIN”, ma non lesinava sgridate e rimproveri. Al tempo venni rimproverato ma sapevo che Lei aveva ragione.
I miei detrattori ( credetemi… non sono pochi) liquidano velocemente la questione con : – PARLI TROPPO/QUANTO PARLI/MA PARLI E TI MUOVI ANCHE QUANDO DORMI?
Fossi uno studente d’oggi porterei il mio certificato di persona ipercinetica, vivessi a Cleveland o a New York potrei insignirmi dell’essere portatore di una sindrome definita ADHD già dal 11 /3/1961. Il mio pediatra disse a mia madre :- …il bambino è molto agitato, indubitabilmente un “bimbo difficile”.
L’ADHD, si dice sia caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività. Nella fascia della fanciullezza, l’ADHD si sovrappone spesso a disturbi quali il Disturbo Oppositivo-Provocatorio e il Disturbo della Condotta.
Convivo con questo stato che in parte disconosco ( gli americani coniano sindromi per tutto) che preferisco genericamente definire “parte del mio carattere”.
Mi muovo e parlo tantissimo,questo è vero, dormo poco e in modo disturbato.
Al contempo sono socievole e parlo con tutti, ho la battuta pronta e in pubblico sottolineo l’aspetto grottesco delle cose.Ho scelto la fotografia e l’insegnamento perché sono due cose che non possono prescindere dalla relazione con l’Altro, sia umano, sia animale sia il paesaggio naturale.
Non posso visto l’approssimarsi del Natale dimenticare una visita alla mia vecchia preside oramai scomparsa. La guardai con l’occhio del fotografo che era stato però uno dei suoi “Bambin”.
Riconobbi attraverso le rughe e i segni del tempo e della malattia quello sguardo col quale ci scrutava allora.
In un baleno ero sia quattordicenne che cinquantenne.
Parlai assieme ad altri ex allievi e scattai queste che sono le ultime foto che la vedono in vita. Una la mostra pensosa e per certo cosciente del suo disagiato stato presente , l’altra invece ha il guizzo di chi continua anche solo per due ore di un umido pomeriggio, a esser la Preside che parla ai suoi ragazzi. Poco importa se gli stessi ora hanno figli e nipoti . Restano “i suoi ragazzi”.
Se sei stato un bravo insegnante, se sei stato un bravo essere umano avrai sempre chi ti riconosce dei meriti e ti serba in cuore.
Lei è nel mio cuore.
Diceva Don Bosco :- Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi.
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