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Varie

Posted on 30/01/2005 at 10:16 by Alberto Terrile / 1 Comment

Ritratto di mia Nonna

GOING WHERE THE LIFE TAKES ME
 
C’è voluto del tempo, tanto, ma mi auspico d’aver capito che sono pilota e padrone del mio vivere in percentuale minima. Creiamo cose e alti pensieri che poi si sgretolano innanzi le cose della vita. La vita ci sorprende, ci presenta mille occasioni per mettere a posto i motori del nostro procedere. Se un tempo la contrastavo con l’impudenza di chi si crede invincibile ed unico, solo perché avevo alterato il  codice madre con hardware esterno oggi mi trovo in una condizione nettamente differente. Dopo aver provato e riprovato ad aprire porte che restano chiuse, dopo aver forzato un cammino e un andatura che forse mai mi sono appartenute, oggi vado in un’altra direzione. Vado dove la vita mi porta, ci sono occasioni e “ cadute” che richiedono nuova attenzione e molta consapevolezza. Ogni porzione di secondo è unica quanto unici siamo noi in quell’istante. Poco prima, poco dopo e tutto è diverso. Sprecare il tempo dietro ad inutili sofismi, non mi importa. Nell’oggi cambio ciò che mi è possibile, nell’oggi cerco di assecondare quelle correnti che un tempo mi avrebbero condotto verso abissi di psicosi. Contrastare è inutile  per mè. Abbandonate certe utopie, credo nella piccola rivoluzione d’ogni secondo che vivo, l’importante è come lo vivo, sotto quale aspetto. Faccio del mio meglio per non dovermi pentire d’esser stato l’ombra di un mio pensiero. Agisco e creo nel quotidiano, progetto di meno nel futuro. Il futuro è un pensiero che troppo spesso idealizzo, mentre il passato sovente è tinto di rammarico, di dispiacere per qualcosa che non è andato secondo la mia idea. Ecco il punto…..la mia idea: la mantengo quando faccio una foto, ma smetto d’applicarla alla vita che segue ben altre regole e viene disciplinata da Altro. Ogni momento porta con sé un dovere da adempiere con fedeltà.
 
Giorni fa stavo lavorando, poi dovevo uscire ed andare ad acquistare delle pellicole che mi occorrevano, consegnare una busta etc etc. Un’ insufficienza cardiaca ha provocato del liquido nei polmoni di mia nonna, che a 91 anni è finita dritta al pronto soccorso ed in seguito in un reparto dell’ospedale di San Martino. Immediatamente le cose hanno assunto una valenza diversa. Ho fatto lezione in Accademia di Belle Arti nell’aula non riscaldata, parlando per tre ore, (ho potuto farlo avendo riassorbito un nodulo alla corda vocale destra….solo un anno fa non avrei retto a voce nuda ciò se non microfonato) e di fronte al pensiero di chì si trova (mia nonna) in una situazione ben peggiore, ho risposto al freddo con una seconda maglia senza maledire nessuno.  Dedicare due ore ogni giorno a visitare la nonna, raccontandole cosa faccio, cercando di condire con l’umorismo il grigiore di certe giornate è qualcosa che la fa stare meglio. La medicina ed il resto faranno il loro corso….io m’adopro per quanto è nelle mie possibilità. Inutile essere in pretesa. Ed ecco che riaffiorano alla mente memorie sepolte dalla frenesia del quotidiano. Da piccolo, ad una certa ora spuntava una stella nel cielo, e la si poteva veder distintamente da camera mia. La nonna, che ad una certa ora doveva rientrare a casa sua, dopo aver trascorso il pomeriggio con mè, aveva battezzato quell’astro, col nome della “mia stellina”. Era usa dirmi : – “adesso aspettiamo che compaia la tua  stellina, poi col nonno rientro a casa”
Da quel giorno ho perso un sacco di stelline in cielo, così concentrato sui fatti qui in terra. Fatti che mi davano gioia, piacere fittizio, così come dolore ed altro. Studio, lavoro, Arte…un sacco di cose, ma lo sguardo verso quella stellina, era altrove,era in terra,ma non nel giusto modo. Rivolgere uno sguardo verso l’alto, mentre il televisore che conterrebbe Geo&Geo o altre cose resta spento, cercare quella stellina da solo, è un modo per essere connesso con un buon sentimento, con un piccolo innocente gioco/pensiero di cui sono grato a mia nonna. La stellina invece di un qualsiasi supporto terreno e materiale  mi dà misura della mia infinita piccolezza in relazione all’universo; mi dimensiona e attribuisce quella giusta misura che troppo spesso ho perso e  continuo a perdere nel trionfo dell Ego.
 
L’azione divina inonda l’universo,penetra tutte le creature,le sommerge : dovunque siano , essa è ; le precede, le accompagna, le segue. Basta lasciarsi andare alle sue onde. (Jean – Pierre de Caussade nel 1741)

 

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One Comment

  • utente anonimo

    31/01/2005 - 08:58

    c’è della verità nelle tue parole. ma continuo a credere che la dignità dell’uomo stia nell’opporsi all’indifferenza dell’universo pur assolutamente consapevole della sua nullità. sono niente eppure ti guardo in faccia.

    Reply to comment

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Cara Virginia, sono felice di averti laureato l'al Cara Virginia,
sono felice di averti laureato l'altra mattina.
La tesi sull'intima malinconia l'ho intesa come un piccolo reportage dell' Anima.
Dobbiamo sempre guardare oltre l'immagine, oltre la parola " oltre noi stessi".
 
Quando il tuo relatore, prof Andrea Botto ha detto d'averti consigliato la visione del film  Lisbon Story di Wim Wenders con Rudiger Vogler ho fatto un volo a ritroso.
 
Successe che Invitai l'attore a Genova neppure un anno dopo aver girato quel film di Wim. Trascorremmo un pomeriggio assieme parlando di Cinema mentre scattavamo delle fotografie che avevo in mente.
 
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Siatene pur certi, figli miei: qualsiasi specie di evasione dalle realtà oneste di tutti i giorni significa per voi uomini e donne del mondo, il contrario della volontà di Dio. Dovete invece comprendere adesso — con una luce tutta nuova — che Dio vi chiama per servirlo "nei" compiti e "attraverso" i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un'università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno.
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