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Varie

Posted on 15/12/2009 at 16:30 by Alberto Terrile / 1 Comment

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PETER HAMMILL&ALTRE CONSIDERAZIONI

Domenica era a Firenze da solo come molte altre volte ho avuto occasione di vederlo e ascoltarlo oltre che fotografarlo.
Domenica invece, io  ero a casa a riprendere forza.
Negli ultimi mesi ho dovuto ridurre le mie trasferte capitalizzando le mie energie che vengono assorbite da delle terapie piuttosto pesanti cui sono sottoposto dal 4 Settembre.
Ricordo quando scrissi a Peter reduce dall’infarto. Capii che al di là dell’osservare "le nuove regole" che le malattie impongono occorre credere nel proprio progetto di Vita.

L’Arte ti aiuta. quel fuoco che brucia e che ti fa alzare anche quando credi di non farcela.
La passione per ciò che fai, quella passione che mi anima, quella passione che qualche mio professore ha criticato dicendo che:- "Si insegna per portare a casa lo stipendio…."

Senza passione la vita è vuota.
Ieri una giovanissima  allieva mi rinnovava la sua stima per come conduco la didattica, perchè ci metto il cuore e l’entusiasmo.

Ricordo di averle detto:- Lucy,ascoltami bene…. sei innamorata del tuo ragazzo…..è tutto agli inizi…sei colma di lui….il fatto che piova e faccia un freddo polare ti impedirà di volerlo vedere?Io credo di No. Uscirai e correrai da lui.

Da bambino ho scelto da chi correre. A chi rispondere.
C’è una strana forza ed energia che mi anima.Una passione per tutto ciò che è visione,trasformazione e racconto.
Non posso sottrarmi. Non posso restare in casa.Devo uscire.

Ieri sera dopo lezione ho voluto forzare le cose. Da mesi la sera dopo aver lavorato tutto  il giorno tendo a riposare. A volte mi sento uno straccio…non riesco a leggere, guardare un film, riesco solo a stare sdraiato preda di vari fastidi che i bgiardini definiscono "EFFETTI COLLATERALI".
Ieri no.Ieri dopo la lezione terminata alle 20,20 sono uscito. Siamo andati al luna park.

C’è freddo e la gente resta a casa nei lunedì d’inverno. La maggior parte dei giochi sono spenti.Il vento fà sbattere i tendoni. Oltre a me e ad alcuni allievi in un uscita improvvisata post lezione ci sono solo macchine guidate da alcuni giostrai che ci guardano increduli aggirarci in quel "pieno di colori svuotato dalle figure".

Un tempo una cosa del genere poteva accadere più sovente, ma col principiare delle cure e il decremento delle energie ho dovuto tirare i remi in barca. Ieri sera mi son ricordato dell’esempio per Lucy e sono andato a fotografare un’oretta assieme agli allievi.Un fuoriorario non previsto.
Poco conta se dopo fossi infeddolito e tremante, col the e l’unica medicina che mi è concessa LA TACHIPIRINA.
Poco importa. Avevo forzato un mio limite per ritrovare l’origine di quella passione che a quanto dicono coloro che seguono le mie lezioni " mi rende diverso".

Hammill dice: Ma specialmente in questi giorni di rumore e velocità – perché il rumore e la velocità sono intorno a noi – è importante conservare la vita interiore e il monologo interiore.

Eccomi allora andare alla radice del perchè il Luna Park è per me luogo di tristezza.
Lo avevo fotografato distrattamente tanti anni fà. Ieri di nuovo, con maggior attenzione senza creder di dover far nulla di speciale salvo dialogare con certe mie questioni più profonde.

Quando ero un bambino frequentavo ancora più d’oggi il mondo dell’invisibilità.Ciò che non è dichiarato, mostrato o dimostrabile in genere piace ai piccoli. Qualcuno aveva l’amico invisibile mentre altri bastava toccassero un erba magica per trovarsi a cavalcare degli iceberg che traversavano spazi siderali.

Durante una passeggiata ho guardato le vetrine di un negozio per bimbi .Pantaloni di velluto col risvolto e i tasconi alte 30 cm.Scarponcini in puro stile street life e felpe colorate. Mi sono sentito come chi è appartenuto ad un’altra epoca.

A scuola si andava col grembiule nero e il fiocco azzurro. I pantaloni erano corti sino ai 10 anni, poi per un non meglio identificato passaggio, forse volto a coprire i primi peli lunghi e scuri che occhieggiavano dalle gambe ad alcuni era concesso il pantalone lungo.

I capelli si portavano corti e la possibilità di portare l’orecchino fu una lotta condotta a diciotto anni affrontando un padre all’antica che mi guardava dall’altro capo della tavola storcendo il labbro.

I jeans con le toppe, la salopette, la testa di riccioli come Dylan…. furono delle vere conquiste.

Non so se sia meglio o se sia peggio. cosa giusto e cosa sbagliato.

Sono felice del mio tempo d’allora e del mio tempo adesso.

 

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Il Luna Park

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One Comment

  • utente anonimo

    18/12/2009 - 14:37

    Hammill…avrei voluto andare a vederlo a Borgomanero, ma nisba.
    E’ già il secondo anno che mi reco al Luna Park, ramingo con la macchina fotografica in mano. L’anno scorso il mio umore era molto diverso da questo 2009. Quest’anno ho notato ancor di più come sia un luogo delle esagerazioni, una sorta di kebab extra speziato adagiato nella città. E’ un luogo che non aiuta, se non lo si affronta con un certo distacco è addirittura deleterio. I mille volti di plastica ti guardano, sono le sfaccettature infernali del divertimento ad ogni costo.
    …da una bancarella risuona ad alto volume "hanno ucciso l’uomo ragno": nulla è cambiato.
    Andrea.

    Reply to comment

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