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Varie

Posted on 07/02/2009 at 17:36 by Alberto Terrile / 11 Comments


courtesy of EMANUELA TORTELLO

IL MIO VELENO PREDILETTO

Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro -Lucrezio

Oggi si scatta  sempre meno in pellicola. L’industria accampando menzogne consiglia la tecnologia digitale definendola più pratica, veloce e addirittura ecologica. Ne siamo  poi così certi?
Il PIOMBO rappresenta  il20% del peso del vetro di uno schermo, e i monitor catodici ne contengono in media tra i 2 e i 4 kg. Il piombo danneggia il sistema nervoso, sanguigno, urinario, genitale e endocrino, è nefasto per lo sviluppo cerebrale dei bambini. Si accumula nell’ambiente con effetti cronici sulle piante, gli animali e i micro-organismi.
Si stima che un quarto della produzione mondiale di MERCURIO venga utilizzata per l’attrezzatura elettrica e elettronica. Impiegato nei termostati, interruttori, relè, sonde, certe dotazioni medicali, telefoni cellulari, ne ritroviamo anche negli schermi piatti, che rimpiazzano poco a poco quelli catodici. Il mercurio è nocivo per vari organi del corpo, per un eventuale feto e si accumula facilmente negli organismi viventi. Sparso nell’acqua dei fiumi, si mescola ai sedimenti entrando nella catena alimentare attraverso i pesci.
Utilizzato per stabilizzare la plastica, il CADMIUM, anche in minime quantità come nelle batterie, o  i semi-conduttori, puo’ avere degli effetti tossici irreversibili.Si accumula nel metabolismo, e particolarmente nelle reni.    
Il BARYUM è un metallo bianco argentato, usato sugli schermi a tubo catodico, per proteggere l’utilizzatore dalle radiazioni. E’ stato dimostrato che una breve esposizione al baryum provoca un gonfiamento del cervello, indebolisce i muscoli, tocca il cuore e il fegato. I test su animali hanno avuto per risultato delle modificazioni al livello del cuore e hanno aumentato la pressione arteriosa a seguito dell’ingestione. Si potrebbe andare  ancora avanti, ma per il momento, fermiamoci qui.

I  prodotti chimici per lo sviluppo e la stampa, scompaiono e con loro le  carte politenate e  baritate ai sali d’argento. Questa tecnologia era  anch’essa inquinante infatti vennero ordinate delle norme per lo smaltimento degli acidi utilizzati.
 
Il digitale è fastidioso come il Karaoke, come un bambino dispettoso che copia gesti e frasi altrui.
Il digitale è imitazione, simulazione.
Quando in camera oscura faccio delle maschere per sottrazione o bruciatura, quando al buio muovo le mani sotto la luce dell’ ingranditore so che non potrò mai replicare esattamente quelle azioni, e il mio originale stampato  non sarà mai esattamente e perfettamente uguale ad un altro.
Quando salvo un psd, le mie azioni restano registrate, posso replicare la stessa procedura infinite volte, pertanto l’assunto di Benjamin sulla fotografia e la sua riproducibilità tecnica trova realmente nell’oggi la sua collocazione.
La camera chiara, ci fa stare seduti per ore, come le dattilografe di certi film. Dita nervose  a battere sulla tastiera, occhi fissi sul monitor, diottrie che se ne vanno come farfalle. La schiena si incurva.
Il digitale ha poco profondità e spesso è poco educativo. Con 12 scatti nell’Hasselbad (vedi foto pubblicata) c’è poco da fare, occorre essere concentrati, divenire un’unica cosa con la fotocamera. Dobbiamo far sentire la nostra presenza all’apparecchio che reggiamo in mano,imprimere il nostro essere in movimento…. trattenere il respiro un istante e…..”scattare”.
Con una  memory card da 16 giga possiamo sbagliare infinite volte senza capire e capitalizzare l’errore che viene dimenticato attraverso la cancellazione. Col formato Raw possiamo risolvere tanti guai in sede di ripresa recuperando sotto e sovraesposizioni. E’ finita l’epoca di chi, attendendo la luce dell’alba, andava a scattare  perché l’incidenza dei raggi e la temperatura cromatica contribuissero alla nostra idea d’immagine. Oggi col Raw basta aprire il menù a tendina alla nostra destra per vedere la luce e conseguente cromia, cambiare la nostra immagine scegliendo tra diverse opzioni:flash,incandescenza, tungsteno,luce diurna ed altro ancora.
Oggi la fotografia analogica è  divenuta come un brandy pregiato da sorseggiare una tantum o come un libro raro acquistato da un antiquario.
Una delle cause della caduta dell’ impero romano furono le tubature e gli otri per il vino di piombo, ma giacchè di qualcosa dobbiamo pure morire…mi permettete ancora di avvelenarmi con gli acidi fotografici?
Come ebbe a dire Paracelso "Nulla è di per sé veleno, tutto è di per sé veleno, è la dose che fa il veleno".

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11 Comments

  • utente anonimo

    08/02/2009 - 18:52

    Sì, anche a me viene voglia di pensarla così, però… Un giorno, a scuola, mi raccontarono dalla cattedra che alcuni tra i primi filosofi greci erano molto contrariati dal diffondersi dell’uso della scrittura; dicevano che così si sarebbe persa quella capacità di ricordare e improvvisare poemi anche lunghissimi che aveva creato l’Iliade e l’Odissea nella loro prima formulazione orale. Era vero, però sono nate le letterature. Anch’io sono affascinata dalle tue mani in camera oscura, e dalle luci irripetibili dei paesaggi, ma mi piace pensare che dal digitale stia nascendo una forma d’arte inedita…

    L

    Reply to comment
  • irazoqui

    08/02/2009 - 22:24

    sì, platone diceva : voi leggete e leggete e credete, leggendo, di diventare conoscitori di molte cose, invece avete soltanto la testa piena di opinioni e con voi neppure si può parlare perchè vi date un mucchio di arie.e nel “fedro” il saggio re thamus rifiuta dal generoso dio theut il dono della scrittura.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    09/02/2009 - 10:23

    Per certo sta nascendo una nuova declinazione della fotografia. Ciò che sostengo è “maggior consapevolezza circa la costruzione dell’immagine”.

    Sentir l’immagine interiormente per poi cercarla attraverso la realtà e la sua conseguente trasformazione.

    Per certo la nuova tecnologia ha portato a casa di tutti LA FOTOGRAFIA, il primo step è ottimo….poi dobbiamo cominciare a ragionare su questa technè….per sfruttarla nelle sue potenzialità, non solo per tamponare le nostre mancanze.

    Reply to comment
  • dirtyinbirdland

    09/02/2009 - 19:02

    Caro Alberto,

    Gianni P. mi raccontava ieri della censura esercitata da FB nei tuoi confronti. Mi piacerebbe capire un po’ meglio, se hai volgia magari in privato via splinder, e in ogni caso, ti esprimo solidarietà per l’esistenza stessa di un atto di censura in rete.

    nerina

    Reply to comment
  • evalu

    11/02/2009 - 09:07

    Mi scusi signora maestra per fare questa fotina che tecnica è stata usata?

    Reply to comment
  • evalu

    11/02/2009 - 09:13

    invece questo qui ha avuto solo una gran botta di culo.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    11/02/2009 - 13:08

    @evalu: bello il ritratto del bambino a diaframma tutto aperto. La tecnica? Per un immagine visualizzata in rete e attraverso un monitor non è semplice stabilire come è stata fatta, se è un 6×6 con dorso digitale,un’analogica oppure un formato 135 mm full frame che si finge 6×6…in rete è più facile risalire all’IP degli scriventi. Non sono un tuttologo, un critico, solo un autore che si esprime!

    Ciao.

    Reply to comment
  • utente anonimo

    12/02/2009 - 11:42

    qualche tempo fa ero con la franci dal signore del mercatino di shanghai e, tra una chiacchera e l’altra, ci mostra una F2 o un macchina analoga, dicendoci: “CON QUESTA MACCHINA NON HA UNA RIPRODUZIONE D’IMMAGINE MA HA UNA FOTOGRAFIA… che è ben diverso”

    ila

    Reply to comment
  • albertoterrile

    13/02/2009 - 15:56

    Ilaria il mondo della fotografia ha i suoi talebani. L’omino ne è un esempio. Feci un lavoro didattico con le KODAK usa e getta, analogiche certo,ma….non c’era modo di pilotar nulla SALVO INQUADRARE.

    Ciò che chiedo è solo maggior consapevolezza, la chiedo per la fotografia ma la chiedo in maniera più ampia alla gente nel proprio vivere… la cerco in me e mi do da fare per praticarla.

    Oggi l’unica certezza è un triste EGOISMO.

    Pratico l’immaginario per quello…lotto nella vita, quando insegno particolarmente,poi però mi rifugio nelle mie galassie, parlo di quando persi la principessa….cerco di trasformare tutto perchè voglio vivere e non morire per causa del vivere!

    Reply to comment
  • utente anonimo

    14/02/2009 - 03:21

    mah, talebani ce ne sono… ma “meccanicamente” parlando, il pensiero dell’omino non fa una piega, mi sembra..

    il digitale è una grande invenzione, per carità, ma come tuttte le grandi invenzioni di consumo crea tante meraviglie quanti mostri.

    sono due procedimenti diversi che portano (apparentemente) allo stesso risultato: l’immagine.

    ila

    Reply to comment
  • albertoterrile

    14/02/2009 - 10:18

    @ILA: Come disse Cristo a Pilato…TU DICI QUESTO.

    ( … io sono pienamente daccordo con LA RIPRODUZIONE DI UN IMMAGINE…)

    Se guardi attentamente cosa vedi?

    C’è una simpatica scimmietta che balla e imita tutto e tutti, l’abbiamo in mano,la teniamo in zaini e borsette, le imbottiamo il sedere con delle supposte/memory card.La nostra realtà assomiglia ad un circo assurdo, ma sotto le belle maschere che si vedono in Tv e per strada.. c’è un mondo che fà paura persino ai freaks dell’amata DIANE ARBUS!!!

    Reply to comment

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albertoterrile

Sono una “macchina sensibile”, il mio carburante sono le emozioni. Amo rendere visibile l’invisibile.

ALBER( t )O Se faccio un gioco e metto tra par ALBER( t )O 

Se faccio un gioco e metto tra parentesi la T divengo un albero
La T è l'iniziale del mio cognome, Terrile, di ascendenze austriache "...che viene dalla Terra".

Nel 1997, nel mio labor of love sull'Appennino , decisi di mettere in pagina il mio pensiero sugli alberi realizzando questa immagine nel bosco adiacente casa.
La stessa estate con la complicità di Susanna realizzai la mia "visionaria" rielaborazione del concetto di nascita e discendenza.

In mezzo, attraverso e dentro di me il ricordo di antiche parole...
«Vedi qualche cosa?» Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano» ( 1 )



( 1 ) 
Marco 8,22-26
Gesù guarisce un cieco
Mr 10:46-53; Gv 9:1-11
22 Giunsero a Betsaida; fu condotto a Gesù un cieco, e lo pregarono che lo toccasse. 23 Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: «Vedi qualche cosa?» 24 Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano». 25 Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente. 26 Gesù lo rimandò a casa sua e gli disse: «Non entrare neppure nel villaggio».

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Reiterati favori, consigli a 360 gradi, spalla su cui poggiare il capo, confidenze, riverenze ( spesse volte rivolte ad ottenere qualcosa) hanno UCCISO LA MIA PAZIENZA.

Se la pazienza è la chiave per entrare in paradiso, so che andrò sicuramente all’inferno, con entrata facilitata.

Scrivete/chiedete/postate di meno e vivete/sbagliate di più!

Cheers!

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #ilsensodellamisura #bussaprimadientrare #chiedipermesso #nonrompeteicoglioni #silence #pause #chissasearriva
NON LE VOGLIO SAPERE Soffro chiuso e limitato d NON LE VOGLIO SAPERE

Soffro chiuso e limitato da questo tempo epocale, soffro senza la mia vera camera oscura, quella attuale sta come le uova di lompo al caviale.

Ogni progetto è rallentato dalle incombenze/doveri famigliari/scolastici e dalle limitazioni imposte a me come a tutti.

Mi faccio delle domande...

Devo commuovermi come un anziano contemplando la luce che entra in un vecchio mobile in un attimo in cui il sole accenna un saluto?

Debbo liberare un sospiro mentre passa quella bellezza che non è possibile neppur sfiorare con i pensieri ?

Non debbo dispiacermi perchè questi pensieri negativi fanno poi ammalare o comunque star male ?

Tutti hanno le risposte per tutto ma io, non le voglio sapere !


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Mi montai la Rb67 sul cavalletto, sviluppai la notte gli scatti, e stampai. Era diverso...

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