Varie
La prima parte me la prendo io perché mi chiamo leone/la seconda me la date voi,perché sono robusto/la terza mi viene perché valgo di più/la quarta, guai a chi si azzarderà a toccarla.
(dalle Favole di Fedro)
Questa mattina sono rimasto esterrefatto. Alcuni mesi fa ero stato contattato da una signora che si diceva fotografa e desiderava sottopormi un portfolio per esporre alla Sala Sivori dove organizzo esposizioni di fotografi, spesso giovani (ma non solo) che non riescono ad avere la giusta visibilità.
Iniziai due estati fa con Fulvio de Mattia e i suoi reportages per proseguire con Percorsi Magici,(nome anche del sito che ospita le esposizioni in rete) un lavoro sull’innalzamento della percezione del colore svolto con gli allievi dei corsi liberi. Seguirono “The loud bunch” di Anna Positano sulla scena musicale alternativa e “E’ pericoloso sporgersi” Di Luigi Massolo e Roberto Saba sull’architettura e i non luoghi.
Quando ero un ragazzo, memore delle difficoltà incontrate per esporre, pensai che per poter svolgere una buona opera di diffusione dell’immagine a 360 gradi occorre che la stessa sia svincolata dal denaro e dalle quotazioni. Quando accettai l’incarico da parte del Sivori di fare il curatore di piccole esposizioni, scelsi di applicare la regola.
Nessun costo per esporre. Nessuna vendita. Solo una piccola vetrina per mostrarsi.
Stamattina , come dicevo poco sopra , venni ricontattato telefonicamente da quella signora fotografa. La voce era forte e squillante, il tono esuberante e deciso.
A suo modo, insisteva nel chiedere l’appuntamento per mostrarmi quelle immagini che erano già state esposte in 4 città italiane e che, ora “dovrebbero arrivare a Genova, perché è la mia città”.
Per forzare la mia curiosità scomodò il fatto che avevano pure una forte valenza sociale, quasi ciò fosse sinonimo di “alto contenuto”. Parlava a raffica e sosteneva con forza le sue creature, come quelle madri che persino di fronte all’evidenza di un figlio teppista, lo difendono innanzi il professore e i vigili chiamati per intervenire.
Provai a spiegarle che il problema era un altro.
:-Io cerco di dare “visibilità a chi non ne ha, non a chi fa andare le sue mostre in tour come fossero una band da classifica, ma non le feci questo esempio, lo pensai e basta.
Risentita, perché evidentemente mal abituata da quanti forse le hanno sempre accordato ragione ( un marito, dei figli, gli allievi….francamente non conoscendola, posso solo ipotizzare) continuò così:- Ecco vede…quando ero giovane, perché ora vado verso i 50 (anche io ribattei inserendomi al volo in un piccolo pertugio sfuggitole da una pausa per prender fiato) nessuno aiutava i giovani, adesso che sono famosa, perché se Lei va a vedere internet ci sono un sacco di pagine che parlano di me, Lei mi dice che non vado bene!!!Guardi allora ho capito, non la interesso, tanto arriva il treno e la saluto!!!
Piccolo spot di riflessione: LE OPERE SI MOSTRANO PER AVERE UN PARERE, NON NECESSARIAMENTE UN’ESPOSIZIONE, ANCHE SE QUESTA POTREBBE ESSER L’ULTIMO FINE.
Riacciuffandola dissi:- No….signora, mi scusi, non ha capito, non è che non mi interessa il suo lavoro è che forse, per lei sarebbe più adatto un posto come lo spazio per la fotografia di Palazzo Rosso visto che ha già fatto parecchie mostre. E poi, veda, non sta bene dire “Io sono famosa”…questo debbono dirlo gli altri. Veda, al momento c’è una mia mostra alla Loggia di banchi (Nel segno dell’Angelo) e….
“Ahhh, ma allora lei dirige anche la Loggia di Banchi?Andrebbe benissimo…perché ci stanno tante foto….”
No signora, non dirigo proprio nulla è nell’ambito del Festival della scienza…è che le volevo dire che quella è una mia mostra importante,chi mi conosce è proprio grazie a questo lavoro e in 17 anni d’esistenza l’ho esposta solo tre volte…a Berlino, poi ad Avignone e Milano….solo ora dopo tantissimi anni arriva a Genova, dieci anni per l’esattezza. E’ che, mi permetta signora,ritengo che occorra aspettare nella vita…
La signora, che non ascoltando s’era incagliata su Avignone, proseguì dicendo che di lì a poco doveva esporre pure a Parigi…e che non aveva tempo, aveva capito tutto e poi… stava sopraggiungendo il treno.
ERA COME UN GALLO CHE PENSAVA CHE IL SOLE SORGESSE PER ASCOLTARLO CANTARE.
(Gorge Eliot)
5 Comments
albertoterrile
Giorgio che ha sempre avuto problemi a postare, non ne ha a scrivere…indi mi faccio suo tramite e pubblico questa arguta e gustosa cosa…..ECCOLA!!!
Caro Alberto, il tuo ultimo “bilog” sulla “fotografa famosa” (non sarebbe meglio “formosa”?) apre la strada, al di la delle facezie goliardiche nelle quali ogni tanto amo trastullarmi, ad una profonda riflessione, ad una sorta di rendiconto ad un esame di coscienza per verificare quale è la propria posizione di fronte al proprio fare fotografico.
Riflessione che faccio per me, ma che ritengo sia utile per tutti coloro che, in qualche modo, fanno fotografia. Questa riflessione, è ovvio, non riguarda solo la fotografia, ma investe la propria esistenza, il proprio essere. E’ uno spunto per soffermarsi, per interrogarsi e fare il punto della situazione con se stessi.
Dialogo tra un fotografo e Socrate.
(si ipotizza che il F. non sia un professionista, perchè la risposta è immediata e conclusiva: lo faccio perchè è il lavoro che mi sono scelto e che mi da di che vivere. Punto. E questo argomento chiude la discussione, almeno nel senso che emerge dal blog.
Il fotografo del dialogo è uno dei tanti che praticano amatorialmente, sia pure sforzandosi di raggiungere risultati estetici e tecnici di qualità professionale).
S-) Perchè pratichi la fotografia ?
F-) Perchè mi piace.
S-) Questa non è una risposta. In buona sostanza, è tautologia. Dira “Faccio perchè faccio” non spiega nulla Non continuare a mentire a te stesso. Andiamo più a fondo.
F-) Perchè è un modo di esprimermi.
S-)Va già meglio, ma non dice tutto
F-) Perchè è coinvolgente.
S-) Andiamo ancora meglio, ma cosa intendi dire con “coinvoilgente?”
F-) Beh, vedo gente, faccio cose…
S-) Ma anche se vai al mercato a comperare la roba per cenare, vedi gente e poi fai cose, anche concrete, perchè le mangi. Dove sta allora la differenza ?
F-) Perchè fotografare è più gratificante.
S-) Allora, se ho capito quello che vuoi dire, al mercato non ti esprimi, e così comperi quello che ti rifilano e non ti gratifichi quando mangi.
F-) Socrate, non fare il sofista con me. Torniamo al punto del fotografare. Adessi mi spiego meglio. Io, quando fotografo, mi metto in rapporto con il mondo, con ciò che vedo. Poi, quando ne parlo con gli altri appassionati, con i compari del corso, con i vari Coach, entro in sintonia con loro. In più mi piace tutta la gadgettistica e tutta la tecnica che sta dietro al fare fotografia. Ed inoltre sono contento nel far vedere i miei lavori, sentire i giudizi e se positivi, ne traggo soddisfazione. Se negativi, mi servono di sprone per migliorare.
S-) Lodevole atteggiamento. Ma vediamo di mettere un po’ d’ordine in questo tuo flusso di coscienza. Io non sono il tuo psicanalista, sono soltanto uno che vuole capire le cose con chiarezza. Procediamo con ordine:
primo – esiste un’esigenza di apprendere, sia a livello tecnico che compositivo. E va bene, mi sembra un atteggiamento corretto.
secondo – Esiste l’esigenza di rapportarsi con gli altri cioè, per usare una brutta parola che ai miei tempi non si usava, di “socializzare”. E va bene, in fin dei conti l’uomo è animale sociale. Ma potresti socializzare anche in altro modo, ad esempio al circolo del bridge ovvero, ancora meglio, in qualche volontariato per essere utile agli altri. Perchè non lo fai e ti balocchi con i tuoi gadgets teconologici ed altre amenità e passi il tempo a parlare di cose sostanzialmente inconcludenti ?
F-) Può essere vero quello che dici, ma non mi svicolare sempre, stiamo al punto. Ti ho detto che io fotografando conosco il mondo, la gente. Quando sento l’impulso di fare un’inquadratura ciò avviene perchè ho fatto una sintesi, tra visione e giudizio e la rivesto di un fatto estetico attraverso la composizione.
S-) Quindi tu mi dici che il fotografare è, sostanzialmente, una forma conoscitiva che, attraverso un’esperienza sensoriale tocca la sfera dell’estetica e si esplica nella produzione di un’immagine.
F-) Si, è così.
S-) Ma tu mi hai detto anche che formuli un giudizio. Spiegami.
F-) Certo, formulo un giudizio. Innanzi tutto un giudizio estetico, e cioè cerco di prevedere se l’immagine sarà “bella”. Ma non solo. A seconda dei soggetti l’immagine può trasmettere anche contenuti più alti, che non si risolvono solo in fatti estetici ma toccano in modo più profondo la condizione umana.
S-) Tu affermi quindi che, a certe condizioni, l’atto del fotografare implica anche l’esplicazione di un pensiero etico. Mi sembra che tu abbia un po’ le idee confuse e non ti destreggi bene tra i principi che un mio più tardo collega ha chiaramente posto tra ragion pratica e giudizio.
F-) Per favore, non mi complicare la vita. Sintetizzo: cerco di fare una bella foto, che dica qualcosa a livello estetico, se poi ha un ulteriore messaggio che parla dell’uomo e della sua condizione, tanto meglio; oppure può parlare di me, del mio stato d’animo e del mio modo di vedere il mondo. Per questa ragione faccio poi vedere le mie foto e, se ottengono consenso, sono gratificato. Ecco perchè fotografo e non frequento il circolo del bridge: perchè fotografare mi gratifica ed il bridge no.
S-) Allora mi vuoi dire che alla fine soddisfi una tua pulsione egoistica ? La soddisferesti ugualmente giocando bene a bridge, vinceresti tante partite, tutti ti vorrebbero come compagno, potresti vincere addirittura i campionati ed il tuo ego sarebbe ugualmente gratificato. Dirò di più, anche giocando a carte conosci il tuo prossimo. Inoltre, cosa da non trascurare, eviteresti di rompermi i marroni mostrandomi ogni tanto le tue foto. Fidia mica passa da me tutti i giorni, a dirmi “guarda come ho fatto bene le chiappe a Venere”.
F-) Va bene, va bene, sarò più discreto in futuro. Ma, dimmi, ti sono piaciute le mie foto ?
S-) Aspetta. Abbiamo passeggiato parecchio. Adesso siamo giunti in un luogo ameno, fermiamoci su questa proda erbosa, leviamoci i calzari e rinfreschiamo i piedi nel ruscello. E ti rispondo. Non è questione se le tue foto piacciano a me, che non ne so nulla. E forse non è nemmeno troppo il caso di sapere se piacciano a tanti od a pochi. Ciò che conta è che piacciano a te. Attenzione, intendo dire se, in piena coscienza, sei convinto di averci messo tutto te stesso, tutta la tua tecnica, tutto il tuo animo, se sei convinto di esserti espresso compiutamente. In tal caso potrai dirti soddisfatto del tuo lavoro e, se non sarà un gran risultato agli occhi del mondo, interrogati su dove sono le manchevolezze.
F-) Comprendo, ma la tua posizione mi pare eccessivamente umile.
Io, del resto, vorrei farmi conoscere ed apprezzare da tanti. Diventare famoso come Kartieros Gallikòs o Terrilòs Ligustikòs o molti altri. Per questo brigo per esporre, per avere riconoscimenti ed altro. Chi non sgomita…
S-) Ecco, qui ti volevo. Allora tu ti sobbarchi tutte queste fatiche, amarezze, sforzi, studi, perdite di tempo solo in funzione di una gloria? Mi pare che così tu mandi a pallino tutti i tuoi bei discorsi su estetica ed etica. Non che la ricerca della gloria sia disdicevole, ma bisogna esserne consapevoli, e mettere in conto anche l’insuccesso, altrimenti sarai un frustrato. In ogni caso, caro il mio Fotografo, bisogna evitare, come dice il tuo amico Terrilòs Ligustikòs, “di cuntase de musse”.
Bene, il sole declina e si avvicina l’ora di cena e Santippe, se non torno per tempo…la sentissi !. Rimettiamoci i calzari ed andiamo. Guarda, il sole tra le foglie ed i riflessi sull’acqua del ruscello ! Che ne dici, 1/60 e f. 4 ?
utente anonimo
:)
Giorgio ,il mio sorriso al termine di questa lettura ti darebbe soddisfazione quanto una bella foto ,magari 1/20 f 1.8 perchè sono quasi al buio.Grazie Alberto per aver condiviso questo scritto.
Lino
albertoterrile
Carolina ha problemi a postare, mi chiede via mail di farlo per lei:
Ho provato a inserire nel tuo blog un commento sulla signora affamata di notorietà, ma non ci sono riuscita. Lo puoi fare tu? Poi mi spieghi come si fa.
Il commento era questo:
Mi permetto umilmente di mandarti alcune righe che avevo scritto un anno fa per spiegare che il lavoro creativo è doloroso e lungo e non sempre viene espresso nelle “mostre” o attribuisce la “fama” ma si deve continuare ugualmente nella ricerca.
“La magia dell’arte deve servire per raggiungere uno scopo, per trasmettere qualcosa: un messaggio, un’emozione, un percorso a chi la osserva. La sua forza sta proprio in questo, nella comunicazione di qualcosa che la rende senza tempo e capace di parlare in epoche diverse a persone diverse. L’arte non può essere una operazione di pura esteriorità fine a sé stessa perché quando non contiene nulla svilisce sé stessa e il suo artigiano. Alla base della creazione artistica c’è un profondo e intenso bisogno di comunicare, di uscita dal sé, di donazione di qualcosa che si è scoperto che può migliorare sé e gli altri”.
Un abbraccio festoso
Carolina
albertoterrile
Alla base della creazione artistica c’è un profondo e intenso bisogno di comunicare, di uscita dal sé, di donazione di qualcosa che si è scoperto che può migliorare sé e gli altri”.
Prendo questa frase di Carolina per ricordare a qualcuno ( Avanti con l’autoanalisi) che IL CORSO AVANZATO non è il club della foto, dove seduti ad un tavolo si smaligna sugli altri,bevendo una spuma e sentendosi migliori, ma resta una palestra dove allenarsi a migliorare la propria creatività e il proprio tiro.
Basta snobismi del cazzo, questo è bello, questo no, il giovedì si,il martedì no….quando un allenatore dice ORA SI FANNO I TIRI IN PORTA si fa quel che dice giusto?Così si cresce altrimenti è un POUR PARLER….o come diceva W Allen “Sciocche disquisizioni a carattere speculativo”
Essere Amico ha fatto pensare negli anni, perchè l’avanzato esiste da TRE ANNI…che qualcuno è il mio allievo/a prediletto…
BALLE PER ME SIETE…TUTTI EGUALI!
Essere amico ha fatto pensare a qualcuno di poter prenderla bassa…..
Vi allego uno stralcio di mail di Marco Abate:
So anche che manderai una mail in cui si parla di nuovi progetti e del nuovo corso iper-super-avanzato.
Io sarei più propenso e attratto dal corso di “Camera oscura”, ma se ho capito bene ci sono già troppe richieste a riguardo e non riuscirai ad accontentarci tutti.
Per l’altro corso invece, se posso parlati con totale sincerità, temo un pò il caos di troppe persone in uno stesso corso, temo che -non per colpa tua- si sia creato un gruppo un pò troppo casinaro e troppo poco professionale, credo che qualcuno abbia approfittato troppo della tua disponibilità,del tuo carattere e del tuo porre tutti al tuo stesso livello(ovvero troppa confindenza nei tuoi confronti, che forse anche io talvolta dimostro con certe battutine, ma sempre avendo ben in mente che dietro l’Alberto Zelig c’è anche l’Alberto professionista/artista, cosa che mi sembra qualcuno troppo spesso dimentichi).
Questa cosa la spedirò più avanti per posta elettronica e non risponderò a stupide mail in cui si potrebbe chiedere….alludi a me?
So cosa faccio e dico e mi prendo la responsabilità….questa tirata d’orecchi va diluita nei TRE ANNI DELL’AVANZATO….ogni hanno c’è qualcuno che oltrepassa il buon senso, che non sta al suo posto….che crede di poter avanzare delle pretese.
Chi vuole imparare e ritiene di avere ancora qualcosa da imparare da me è ben accetto, chi si sente “a posto”…..arrivato, prego…c’è una porta dalla quale si entra, come si esce.
Come scrissi 2 anni fa, proprio circa l’avanzato in una mail ….. SONO UN METAFORICO TRENO CHE VA VERSO UNA DIREZIONE, CHE NON E’ ANCORA RAGGIUNTA….chi vuol venire con me è ben accetto, chi invece ha altre esigenze, non gradisce il viaggio, la compagnia, il conducente,la direzione…potrà scendere alla prossima fermata!
albertoterrile
Svelato l’arcano. In questa città dove gli alberi non sono SEMPREVERDI ma SEMPREVECCHI, dove persino l’ultima e più rivoluzionaria tendenza ammesso che riesca a fare capolino viene sovrascritta dai “Rolli” ho trovato un invito di “SONO FAMOSA” (oramai la battezziamo così) e ho scoperto che avevo già visto i suoi ritratti, trovandoli con un termine culinario “SCIAPI”….mancano di sale, di sapore….non c’è la “graffiata d’autore”….e ho saputo qualcosa di più sull’autrice blasonata ” ha origini nobili” ecco perchè trattava con autorità/arroganza…..abituata ad essere obbedita. Mi spiace signora…i tempi son cambiati…rispetto l’altro finchè posso, sino a che mi è dato, ma non tratti tutti da FEUDATARIA come se gli altri fossero dei VASSALI,VALVASSINI & VALVASSORI….perchè le terre non ci sono più….i raccolti sono bruciati e in città c’è una fame boia…..e se ci troviamo in queste condizioni è perchè certa gente ha male amministrato le cose…con potere e tracotanza…sì signora…è vero…arriva il treno…ha ragione
NOBLESSE OBLIGE!