Varie
Sto guidando nel tramonto, dopo aver cambiato le gomme all’auto.
Dopo aver passato Castel D’aiano , ho preso la direzione per Zocca , poi ,ad un bivio, ho svoltato a destra verso Tolè.
In questi viaggi minimali, attraverso poderi, respiro l’odore del fieno, guardo gli alberi da frutta e penso.
Guidando, richiamo alla memoria :le marmellate di prugne di mia nonna e i panni bianchi stesi dietro casa.
La biscia si nasconde dietro il capanno mentre lieve, fa capolino la nostalgia per due piccoli cani neri che sfamavamo con amore.
I somari di Walter, la sera, salgono la collina, , mentre la polvere del piazzale s’alza, ogniqualvolta un’ automobile fa manovra.
Gli anni passano. Quante volte abbiamo reale percezione del tempo e del suo trascorrere?
Quante volte siamo realmente consci della nostra corporeità,del reale stato del nostro corpo,del tempo che questo ha? Nell’intimo, nel profondo del nostro essere , abbiamo il cuore giovane e un arcobaleno di desideri e progetti che s’aprono come un ventaglio. La realtà corporea è altra, abitiamo il nostro, corpo come fosse la tuta di un palombaro e dallo scafandro guardiamo le cose del mondo. La percezione di noi , crolla innanzi ad uno specchio oppure guardando una foto che qualcuno ci ha scattato di nascosto.
Io sono realmente così?
Quante volte sperimentiamo lo scarto che esiste tra mente e corpo?
Il tempo non è immobile e noi
di conseguenza
abbiamo una data d’inizio
e una di scadenza.
Seduti fuori di casa, la sera, dopo cena, siamo ogni anno, di meno. Il tempo chiama a sé i più vecchi, i malati e quanti non godono di buona sorte.
Il sole tramonta dietro una collina. Prima che sia troppo tardi, mi fermo a scattare una foto: un’immagine tecnicamente sbagliata, un controluce con il sole che entra in macchina.
Amo fare questo genere di rappresentazioni , perché non sempre, l’errore distrugge le cose.
L’errore crea una "nuova forma di bellezza".
Mi piace allora pensare che questo, possa essere un insegnamento di Vita.
2 Comments
utente anonimo
Le campane della chiesa al tramonto, quando il silenzio prende campo, quando pure le cicale sono stanche, quando l’odore di ghiaia si è attaccata addosso e l’aria della sera accompagna l’abbaiare di cani e gli odori del cibo di un tempo. Nel mentre il viottolo amplifica l’avvicinarsi di voci conosciute che si rincorrono nel cortile nel quale ogni sera con lo sguardo si inseguono le falene sbadate a sbattere sul lampione.
E’ proprio vero cio’ che dici.
Ogni anno che passa è un tassello che cade da un mosaico al quale non avevo mai prestato troppa attenzione sino a che non udii i primi pezzi cadere al suolo.
Mi piace tanto sedermi a terra come un bambino e giocare a rimetterli a posto con il cuore per sentire che ciò che cui lasciamo dietro non è perduto…
The2D
albertoterrile
Il mosaico della vita,quanto è vero!!!
Mi piace come lo descrivi, The2D, la percezione del fanciullo o di colui che nel cuore non ha mai smesso d’ essere tale è la giusta posizione ,a mio parere. Già perchè questo mosaico/puzzle spesso diviene un gioco da tavolo,nel quale si spartiscono case e terre come si giocasse a monopoli.
Altri aspettano che i pezzi cadano, per “liberarsi di un peso”….ma la vita in questo è giudice incorruttibile….
Per una liberazione,cento prigioni e SENZA PASSARE DAL VIA.