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Varie

Posted on 01/05/2008 at 12:03 by Alberto Terrile / 6 Comments

ALFABETI DI LUCE
in memoria di Albert Hofmann morto a 102 anni


Apprendere divertendosi a trovare soluzioni per la propria creatività è uno degli obiettivi che mi prefiggo nella didattica. Da due mesi oramai mentre insegnavo “il ritratto in fotografia” in Accademia cercavo di mettere a punto una nuova esercitazione per il corso “intermedio” ovvero  il base che scopre l’età della pubertà. L’adolescenza è un età di contraddizioni, un’ età inquieta, nella quale si vuol essere già grandi con dei tratti fanciulli. Immaginandomi il corso che conduco come “uno spirito adolescente” ho pensato a me a sedici anni quando mi nutrivo di psichedelia in musica e lavoravo  con speme per  l’espansione della mia  coscienza, navigando in mondi ri-creati o propri dell’alterità, inseguendo le chimere e la dilatazione del campo percettivo.
Quando ero uno studente ricordo pomeriggi fatti di biacca e colori vari, dripping fatti a Quarto con lo stesso patos di chi sogna l’ America dell’espressionismo astratto tra Sam Francis e i monocromi di Mark Rothko . Ieri ho rivissuto, quel sogno, seduto per terra assieme a due miei allievi che anagraficamente potrebbero essere miei figli mentre preparavamo un’esercitazione al buio dove il corpo si sarebbe fatto “alfabeto luminoso”. Colori fluorescenti e  Christian Masuero ai pennelli che creava un abito di luce a metà tra certe pitture africane sul corpo, Kriminal della coppia Magnus e Bunker con l’aggiunta di una spolverata di Tron e Blade Runner. Michela Ruisi, lasciava che la sua pelle divenisse una sorta di tela dinamica che di lì a poco avrebbe “mosso” con professionalità ed energia in contrasto con l’esile figura per oltre sei ore filate.
Avevo preparato una scelta musicale idonea per accompagnare nella totale oscurità, rischiarata solo da una luce di Wood, l’esercitazione, dividendo la classe in tre gruppi.
E’ stato magico vedere tante sagome nell’oscurità provare i limiti dei loro sensori, sperimentare l’importanza del cavalletto, lavorare con pellicole a 3200 e 1600 asa accompagnati da una scaletta che avevo approntato il giorno prima:

Agnus Dei    3:04    Popol Vuh   
The Grand Vizer’s Garden: Party Part I (Entrance)    1:00    Pink Floyd   
The Grand Vizer’s Garden: Party Part II (Entertainment)    7:06    Pink Floyd   
The Grand Vizer’s Garden: Party Part III (Exit)    0:39    Pink Floyd   
Weeping Wall    3:28    David Bowie   
Percolations PT 1&2    10:00    Gong   
Totem    6:30    Klaus Schulze   
Svefn-G-Englar    10:03    Sigur Rós
Satellite of love    4:11    Milla Jovovic   
Mysterious Semblance At The Strand Of Nightmares    9:55    Tangerine Dream   
Autumn Breeze    4:36    Terje Rypdal   
Art Decade    3:47    David Bowie   
Wandering On The Milky Way    1:50    Jean-Luc Ponty   
Little Bell    1:39    Terje Rypdal   
Brilliant Adventure    1:54    David Bowie   
Freeze    6:43    Klaus Schulze   
Sense of Doubt    3:57    David Bowie   
Moss Garden    5:05    David Bowie   
Warszawa    6:22    David Bowie   
Engel Der Luft    2:40    Popol Vuh   
In Den Gärten Pharaos    17:37    Popol Vuh   
Sequent C’    2:19    Tangerine Dream

Sono rientrato a casa stravolto e felice, dopo oltre 11 ore di insegnamenti vari, la camicia macchiata di colore e la soddisfazione di chi ha visto nei volti degli allievi l’iniziale perplessità che trasfigurava in una sana avventura multisensoriale, sapendo di essere riuscito a creare un  “piccolo viaggio dell’occhio per la mente” lontani dalle  noie, e dalle miserie che il quotidiano dispensa a tutti, compreso il sottoscritto.

Desidero ringraziare tutti gli allievi che ancora una volta mi hanno “seguito” in un avventura che sulla carta non avevo ancora “testato” , con un tributo d’affetto ulteriore per Christian e Michela che per assecondarmi hanno “creativamente faticato ben due giorni” e  saltato lezione di inglese in Accademia,lezione che ho provveduto prontamente a giustificare..in quel momento, solo in quell’istante mi sono accorto d’essere “il professore” e non solo uno di quei trenta pazzi che si stavano divertendo nell’oscurità con strisce di luce colorata.

Qui sta il segreto del mio fare lezione….A LOT OF CRAZY  FUN!!!

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6 Comments

  • utente anonimo

    02/05/2008 - 17:28

    E senza “calarvi” niente? Beh, siete proprio degli artisti integerrimi, complimenti ;-) Franco Z.

    Reply to comment
  • albertoterrile

    02/05/2008 - 19:39

    Innalzare la percezione senza ausilio esterno di sostanze psicotrope ed enteogeni vari è una questione che mi piace sviluppare dal punto di vista didattico. Se poi qualcuno usa a scopo ricreativo delle sostanze….questo è un altro discorso….ma ho una certa severità per dire che ” usare certe sostanze” richiede capacità e volontà….perchè certe droghe non ti lasciano allontanare impunemente….altrimenti non esisterebbero nè le comunità ne i Sert….insomma anche in questo caso occorre avere OCCHIO ,CERVELLO E CUORE.

    Essere oggi qui a dirlo ha il suo senso….maggiori dettagli all’uscita del mio libro POETI IMMAGINATI dove oltre a mostrare mie foto, racconto e mi racconto….ed è un piccolo squarcio su uno che era giovane nel 77 e più grandicello negli 80 genovesi….anni molto…ALLA PAZIENZA…e alcuni mi chiamavano Zanna (Zanardi)….

    (continua…sul libro)

    Reply to comment
  • utente anonimo

    03/05/2008 - 08:21

    Schersavo eh! Come diceva Dalì “La mia droga sono io” :-) Franco Z.

    Reply to comment
  • utente anonimo

    05/05/2008 - 11:31

    Ciao Alberto!

    Un abbraccio forte

    il cappellaio matto

    Reply to comment
  • utente anonimo

    05/05/2008 - 19:33

    Anche io, però ironicamente, mi sono unito a voi cavalcando le distanze ed in occasione del concerto ho composto” analfabeta di luci” durante il concerto umbro di bobbysoul. Un modo come un altro per capire come non si fa fotografia.
    In realtà volevo provare con o senza flash. E’ stato un “fiasc” fotografico per fortuna non valido ai fini del palloncino . A breve la pubblicazione.
    Cordial-mente
    Giovanni (sul cellulare)

    Reply to comment
  • gioeco

    05/05/2008 - 21:04

    che in parole italiane non ridondanti

    —–

    Anche io, ironicamente parlando, mi sono unito a voi cavalcando le distanze tant’è che ho composto” analfabeta di luci” durante il concerto umbro di bobbysoul. Un modo come un altro per far capire a chi osserva le mie foto come non si fa fotografia.

    In realtà volevo provare con o senza flash. E’ stato un “fiasc” fotografico per fortuna non valido ai fini del palloncino . A breve la pubblicazione.

    Cordial-mente

    Giovanni (sul cellulare)

    ———

    Giovanni (non più sul cellulare)

    Reply to comment

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LA LUCE DEI NOSTRI OCCHI In quarant'anni di fot LA LUCE DEI NOSTRI OCCHI

In quarant'anni di fotografie spesso chiedo a chi posa di chiudere gli occhi.

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