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Posted on 23/05/2004 at 11:54 by Alberto Terrile / 0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LARRIO EKSON www.larrio-ekson.com

“Per il corpo ammalato occorre il medico, per l’anima l’amico : la parola affettuosa sà curare il dolore”( Menandro )

Nella vita ci sono dei tracciati prefissati, esiste un progetto che è costruito singolarmente per ognuno di noi e del quale dobbiamo imparare a fare esperienza. Avete mai osservato come spesso non si riesca a raggiungere un obbiettivo che ci eravamo prefissati e per il quale ci siamo dedicati con tutte le energie, mentre qualcuno senza il minimo sforzo e senza aiuti (partitocrazie,mafie etc) finisce a conseguire quello che avremmo voluto fosse il nostro risultato? Stò imparando ad accettare questa cosa, cerco di guardare un pò più lontano rispetto al mio solito e provo ad attendere i frutti con fiducia. La vita è molto breve e non mi và di guastarmela nell’affanno per il superamento del prossimo, nello sgomitare per affermare sub partes il mio pensiero: la situazione politica mondiale è figlia di questa logica cieca e il mondo che stiamo vivendo è la risultante di questo “gioco di potere”. Nel 1991 attraverso Luisa Casiraghi una coreografa con cui lavoravo riuscii ad avere un incontro con Larrio Ekson che desideravo ritrarre. L’avevo visto danzare come partner di Carolyn Carlson alla fine degli anni 70 quando ero costretto ad accompagnare mia sorella, di due anni più giovane a teatro….Durante la sessione di ritratto parlammo molto, io in un malfermo inglese e lui allo stesso modo in un italiano sgrammaticato. Il terreno della parola fù certamente quello che azzerò i livelli, lui etoile della danza ed io giovane autore che tentava di metter a punto il suo “credo fototografico”. Scoprimmo delle affinità di pensiero, ed un amore incondizionato ognuno per il proprio lavoro…per quella “missione in terra” che ci è stata consegnata nelle mani, assieme a dei talenti. Tutti abbiamo delle doti, e dobbiamo adoprarci per farle fruttare, non in termini meramente economici, ma per poter essere realmente autentici, questo è ovviamente nuovamente in disaccordo con l’attuale logica che ci vuole come efficenti macchine per profurre lavoro e denaro. Parlammo e realizzammo i primi ritratti. Il mio stile che per certo era ancora non così definito lo conquistò egualmente, divenimmo amici ed ogni incontro successivo ebbe per testimone un grappolo di immagini. Ovidio diceva: Molti ti saranno amici finchè sarai felice, ma quando verrà il brutto tempo,resterai solo. Quando iniziò una mia grande crisi nel 1993 Larrio fù molto pragmatico con mè e mi disse testualmente :- Alberto you have to turn the page……vieni a stare per un pò a Parigi. Così feci. Alloggiai in boulevard de Clichy, non pagavo affitto grazie a Larrio. In quel periodo inventai gli Angeli, appresi il francese che oggi parlo grazie ad una bimba senegalese che aveva voglia di perder del tempo con ” quell’italiano” che stava al 4 piano ed altro ancora. Larrio è entrato nella mia vita con tutto il suo bagaglio multietnico ( è un coacervo di razze incredibile) con l’energia e la sua simmetria di forme, con la bontà e generosità tipiche di un vero amico. Un giorno potrei divertirmi a pubblicare un libretto con i deliri fotografici che abbiamo fatto e che continuiamo a produrre nei rari momenti che la vita e il lavoro ci permettono.

 

 

 

 

 

 

 

2003 al ristorante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1991 improvvisazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2003….alla Tarantino di Pulp Fiction

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’angelo del 2003 fatto con Larrio e Miriam in un afosa mattinata genovese.

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albertoterrile

Sono una “macchina sensibile”, il mio carburante sono le emozioni. Amo rendere visibile l’invisibile.

ALBER( t )O Se faccio un gioco e metto tra par ALBER( t )O 

Se faccio un gioco e metto tra parentesi la T divengo un albero
La T è l'iniziale del mio cognome, Terrile, di ascendenze austriache "...che viene dalla Terra".

Nel 1997, nel mio labor of love sull'Appennino , decisi di mettere in pagina il mio pensiero sugli alberi realizzando questa immagine nel bosco adiacente casa.
La stessa estate con la complicità di Susanna realizzai la mia "visionaria" rielaborazione del concetto di nascita e discendenza.

In mezzo, attraverso e dentro di me il ricordo di antiche parole...
«Vedi qualche cosa?» Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano» ( 1 )



( 1 ) 
Marco 8,22-26
Gesù guarisce un cieco
Mr 10:46-53; Gv 9:1-11
22 Giunsero a Betsaida; fu condotto a Gesù un cieco, e lo pregarono che lo toccasse. 23 Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: «Vedi qualche cosa?» 24 Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano». 25 Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente. 26 Gesù lo rimandò a casa sua e gli disse: «Non entrare neppure nel villaggio».

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MIA MADRE Mia madre Rosanna Tirone a 4 anni vie MIA MADRE

Mia madre Rosanna Tirone a 4 anni viene fotografata  sotto il sole di  Addis Abeba dove ha vissuto sino ai suoi 9 anni.

Senza che la fotografia mi tenda la mano non mi potrei intenerire come accade adesso mentre la  guardo .

#memoria #memoriafotografica #memoriafotografia #albertoterrile #madre #mother #mutter #addisabeba #addisababaethiopia #sun #sunglasses
PAZIENZA Reiterati favori, consigli a 360 grad PAZIENZA 

Reiterati favori, consigli a 360 gradi, spalla su cui poggiare il capo, confidenze, riverenze ( spesse volte rivolte ad ottenere qualcosa) hanno UCCISO LA MIA PAZIENZA.

Se la pazienza è la chiave per entrare in paradiso, so che andrò sicuramente all’inferno, con entrata facilitata.

Scrivete/chiedete/postate di meno e vivete/sbagliate di più!

Cheers!

#albertoterrile #albertoterrilefineartphotography #ilsensodellamisura #bussaprimadientrare #chiedipermesso #nonrompeteicoglioni #silence #pause #chissasearriva
NON LE VOGLIO SAPERE Soffro chiuso e limitato d NON LE VOGLIO SAPERE

Soffro chiuso e limitato da questo tempo epocale, soffro senza la mia vera camera oscura, quella attuale sta come le uova di lompo al caviale.

Ogni progetto è rallentato dalle incombenze/doveri famigliari/scolastici e dalle limitazioni imposte a me come a tutti.

Mi faccio delle domande...

Devo commuovermi come un anziano contemplando la luce che entra in un vecchio mobile in un attimo in cui il sole accenna un saluto?

Debbo liberare un sospiro mentre passa quella bellezza che non è possibile neppur sfiorare con i pensieri ?

Non debbo dispiacermi perchè questi pensieri negativi fanno poi ammalare o comunque star male ?

Tutti hanno le risposte per tutto ma io, non le voglio sapere !


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Altri TEMPI ( in tutti i sensi) Mi montai la Altri TEMPI ( in tutti i sensi) 


Mi montai la Rb67 sul cavalletto, sviluppai la notte gli scatti, e stampai. Era diverso...

Oggi risparmi due/tre orette che puoi dedicare a migliorare e rifinire la tua "scissione"( vedi Splitting) o spingere sull'acceleratore divenendo anche tu come gli oltre 120 mila Hikikomori italiani.

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