Varie
Foto: © Alberto Terrile 2007
VIAGGIO 17
Il caldo stende un velo di sudore e impiastriccia il senso dei capelli. Il vociare di nulla riempie il vagone del convoglio proiettato al lavoro . Gente d’ogni razza ed età rimugina noia e rabbia. Chi cerca l’uscita, come cuneo nella folla, deve superare la cortina di un condizionatore impazzito prima di arrendersi all’afa dell’estate.
La gente trascorre l’inverno dei giorni brevi e freddi corteggiando con i ricordi le lunghe giornate di Giugno saporose d’amarene , ma non c’è ombra di poesia nell’oggi che innalza al cielo il lezzo della spazzatura .
Il nome di un garibaldino, sulla targa che segnava una strada, giace a terra tra l’orina dei cani , feci dei piccioni e ciuffi d’erba. Vassoi di cibo per gatti fermentato segnano i portoni di una città che non si fa riconoscere.
Gli operai paiono scoppiare in tute omologate mentre l’asfalto imprigiona tacchi e tomaie .
Fiori esangui piegano il capo dai balconi implorando l’acqua.Tatuaggi da ribattere e piercing all’ombelico mimetizzati da strisce d’adipe sembrano invocare la pietà degli sguardi indiscreti.
Una calca di volti adornati dalle cuffie dell’ ipod attende il verde del semaforo per raggiungere l’avamposto di una svendita totale, di un università, di un ordinario posto di lavoro.
La gente trascorre l’inverno dei giorni brevi e freddi corteggiando con i ricordi le lunghe giornate di Giugno saporose d’amarene , ma non c’è ombra di poesia nell’oggi che innalza al cielo il lezzo della spazzatura .
Il nome di un garibaldino, sulla targa che segnava una strada, giace a terra tra l’orina dei cani , feci dei piccioni e ciuffi d’erba. Vassoi di cibo per gatti fermentato segnano i portoni di una città che non si fa riconoscere.
Gli operai paiono scoppiare in tute omologate mentre l’asfalto imprigiona tacchi e tomaie .
Fiori esangui piegano il capo dai balconi implorando l’acqua.Tatuaggi da ribattere e piercing all’ombelico mimetizzati da strisce d’adipe sembrano invocare la pietà degli sguardi indiscreti.
Una calca di volti adornati dalle cuffie dell’ ipod attende il verde del semaforo per raggiungere l’avamposto di una svendita totale, di un università, di un ordinario posto di lavoro.
N.B: ……andare a lavorare prendendo il bus,schiacciato tra la calca, può esser veramente fastidioso,la gente si lamenta,suda e spande cattivi odori…..l’ancora di salvezza per non adeguarsi alla paranoia altrui è guardare il tutto come una Visione….e non sempre la Visione è estatica….quando non ho la macchina fotografica…..riprendo con gli occhi le scene che vedo….perchè è comunque una sorta di esercizio del "guardare con gli occhi e del vedere col cuore"…..nel bene, nel male e nell’interzona che si crea tra questi due poli.
3 Comments
suryamukhi
Eggià….ogni volta che sono in giro nel mondo ho la sensazione che ognibattito di ciglia sia come uno scatto fotografico.
Sto impazzendo o solo essendo me stessa?
albertoterrile
La fotografia è una delle tante modalità del sentire….la si fà prima con gli occhi e poi con l’apparecchio….indi NON STAI IMPAZZENDO…semmai prendi maggior coscienza delle cose….
gioeco
E’ per questo che non riesco a dimenticare tanto facilmente ?
Chissà
Cordial-mente
Giovanni