Varie
Foto: © Alberto Terrile 2004
Guardo un giardino lussureggiante, piante di ogni specie e alcuni alberi da frutto lo disegnano per la delizia dello sguardo. E’ il trionfo dei colori che si rinnovano al passo delle stagioni , ma un tempo non era così.
C’ è stato un tempo in cui quel giardino era il luogo delle erbacce, era il tempo in cui viveva Enza.
L’inverno era buio e freddo ma la gente si divertiva lo stesso a fare spese in prossimità del Natale. Enza era triste e con lei erano tristi anche altri ragazzi che frequentava. Scendevano in fretta piccole strade che portavano al mare, lo sguardo basso e il volto raccolto dal bavero di giacche e cappotti pieni di spifferi.
Potevi incrociarli lungo curve che odoravano di basilico e dell’orina di cani che a malapena ti avrebbero degnato di uno sguardo, avevano le mani rosse e gli occhi lucidi.
Enza amava il suo ragazzo che non era un principe azzurro, ma lei non si era mai sentita una principessa, eppure era la più bella di casa.
Enza che stretta in jeans azzurri forzava la saracinesca della gioielleria per rubare dell’oro, Enza che non ti guardava più dai suoi occhi, ma che ti vedeva attraverso le sue pupille piccole come la capocchia di uno spillo. Enza che era sempre più bianca in viso,sempre più triste,sempre più sola persino a casa la sera, in famiglia, le volte che rientrava.
Enza si ammalò. La droga ha sempre avuto le sue leggi e le sue malattie. Alcuni sono più fortunati, altri meno.
Il male le aveva intaccato il cervello, il suo corpo s’era ingrossato ed il suo sguardo continuava ad essere triste.
Quando litigava in casa, spesso,sempre più spesso, mi citofonava e diceva solo :- Sono Enza. Io le aprivo e lei saliva a casa mia.
Tutto era iniziato una sera in cui mi chiese se si poteva fermare a dormire da me. Le diedi una lunga T Shirt nera a mò di pigiama e l’ascoltai parlare tutta la notte, immobile con lo sguardo a soffitto, spalancato quasi volesse trapassare quel solaio e schiacciare le stelle come se fossero dei punti neri.
Parlava di omini verdi che correvano, li vedeva e me ne raccontava convinta che anche io potessi vederli.
Quando sentivo il citofono di notte capivo che era lei, sapevo che “avrei visto gli omini verdi” e non avrei dormito.
Un giorno venni a sapere che Enza era morta, aveva deposto la sua vita al cospetto di quel cielo che lei schiacciava, quel cielo aperto che ora l’aveva raccolta donandole quella leggerezza che in terra le era sfuggita dalle mani.
Enza adorava i fiori.Sua madre decise di dedicarle il giardino di casa che da quel giorno è divenuto uno spicchio di paradiso in terra.
Guardo un giardino lussureggiante, piante di ogni specie e alcuni alberi da frutto lo disegnano per la delizia dello sguardo. E’ il trionfo dei colori che si rinnovano al passo delle stagioni.
13 Comments
Luna70
Molto triste la storia di Enza!
respiromare
Bravo.
utente anonimo
La dedicazione di un giardino mi pare una cosa molto bella.
Un abbraccio alla mamma di Enza.
Giuliana
CarloAltair
La foto potrebbe benissimo stare nel film “Stalker”.
Quant’è bella…
E anche la storia di Enza…
Gli umili della vita.
“Les misérables” (nel senso di Hugo, Enza è l’Eponine di cent’anni dopo…) di cui la società dei veri miserabili, quelli che girano col suv, non si ricorda e che preferisce sbattere in un angolo a parte del mondo.
Beati gli ultimi, perché saranno i primi, disse un Giusto…
albertoterrile
Triste è certo, perchè molte storie vere della vita lo sono. In questo scritto però risiede la bellezza della natura: la terra e la donna sono eguali, generatrici di vita da sempre. Enza è un nome vero è esistita ed esiste ancora oggi non visibile, come esiste nella mia e in altrui memorie.
Fare memoria delle cose significa “ritornare in quel luogo dove riascoltare suoni,vedere immagini,percepire gli odori,avvertire la temperatura”…..e da quel luogo tirare fuori con semplicità delle emozioni e condividerle con gli altri che leggeranno,guarderanno e ascolteranno…..
Ho scelto attraverso l’immagine fotografica molti anni fà e oggi anche attraverso la scrittura di portare chi lo vuole, chi mi sceglie “per mano” in quel luogo di memorie….ho scelto di farlo con semplicità,senza l’arroganza di chi vuole insegnare….ecco perchè dico grazie a Carlo che cita Stalker….perchè come nel film che consiglio a chiunque, vi faccio da guida…….
utente anonimo
Enza guarda il cielo, Enza vorrebbe volare ma le uniche ali che conosce non la possono aiutare perchè Enza sta male.
Enza guarda il mare mentre annusa la Terra ed immagina una terra da abitare dove stare meno male perchè Enza grida il suo dolore che solo in pochi riescono a sentire.
Enza litiga con sua madre occhi che hanno speso tutte le lacrime, occhi che desiderano altro.
Enza che vuole i soldi per combattere i suoi mulini a vento ma Enza sta veramente male dentro
mentre dentro di sè sogna il profumo dei fiori.
Di quando era bambina si ricorda soltanto sua madre era così dolce, così piccina
Ma un dì Enza morì come finisce il giorno.
Tutta colpa di quel frastuono, assordante, delirante troppo grande per la sua mente.
Una goccia di dolore per ogni goccia di sangue che oggi bagna la terra di Enza stracolma d’amore e di fiori. Ogni petalo una carezza data da sua madre.
Giòeco
utente anonimo
ti adoro..mi piace come scrivi e descrivi, spero la madre di Enza abbia letto questo post.
Enza ha saputo riconoscerti come rifugio, bella e importante questa cosa, per lei e per te.
un bacio
Mariatldcvo
albertoterrile
@Maritelodicevo
Non credo che la madre di Enza abbia internet nè lo legga…..mesi fà scrissi ERIO per un uomo/amico che era morto e si è scatenato via rete e a voce un grande affetto per quelle righe scritte di getto….ma la cosa vera è che io queste cose le scrivo egoisticamente partendo da me….perchè dopo tanto contenere credo debbano uscire questi pensieri….GIMME SHELTER cantavano gli Stones ed io offrii rifugio a Enza….a mio modo con la comprensione e la tenerezza, con lo sbuffo vero anche di chi non sempre ne ha voglia….ma è che quando qualcuno ha bisogno….beh è difficile esser pronti…capisci non è che io oggi dico:-Ecco ho due belle orette libere da dedicare a chi stà male….non sono un volontario,non ho quel tipo di tensione….sono uno che non ti rifiuta la mano e l’aiuto…e che a volte umanamente pensa anche a sè e dice…..”cavolo proprio adesso che”….l’importante poi…non conta il tono di voce o il sorriso francescano….è mettersi a disposizione del prossimo rinunciando a sè per qualche tempo…..credo che il messaggio d’amore di Gesù Cristo sia questo….ma lo dico a posteriori ovvio….quando sei lì mica ci pensi…anzi io ai tempi le Chiese nemmeno le vedevo….bevevo ettolitri di Vodka,inseguivo la creatività e credo avessi una relazione sentimentale in decomposizione……immaginati un pò…..
utente anonimo
con un sorriso accennato…
….si!
avevo percepito tutto questo.
Mariatelodicevo
utente anonimo
La foto è splendida e densa come il post… e come Enza.
Ciao, The2D.
PlacidaSignora
Senza fiato né parole. Sia per la foto che per il post. :-*
albertoterrile
Una cosa che vorrei fare nel tempo,editoria permettendo,sarà raccogliere queste storie di persone che ho incontrato…..e come nel blog, farle convivere con la loro immagine fisica o con un immagine “altra” che le racconti ulteriormente,su un piano diverso…..per certo non è un bel momento oggi per farlo, parlo dal punto del ritorno in denari, ma mi rendo che sarebbe necessario, esiste uno spazio anche per questo e le molte visite al blog,tanto quanto le mail private lo denotano……..
utente anonimo
I drogati (non solo gli eroinomani, ma anche tutti gli altri di cui si parla meno) mi han sempre fatta incaz…, ma la storia di Enza mi è arrivata con tutto il suo dolore, la sua tristezza, il senso disperato di vuoto. Vorrei solo che persone così non se ne andassero lasciando il mondo a troppi miserabili.
Paola