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RITORNO A PIETRAFREDDA
Ho impiegato tanto tempo per comprendere cose legate alla mia vita, ai miei venti e trent’anni e pochi giorni fa, finalmente sono tornato “uomo nuovo” a Pietrafredda, luogo magico dove decantavano le mie prime fotografie. Quel punto nel grafico della mia vita è stato determinante come scenario. Lì ho detto addio alla pittura per la fotografia, lì ho cominciato a inseguire immagini come un fanciullo con un retino corre dietro alle farfalle. A Pietrafredda ho fatto lo zio, mi sono ubriacato, ho sentito cantare il gallo e ho creduto d’essermi smarrito in un libro a quattro mani scritto da Herman Hesse e Peter Handke.
Immobile in un prato sotto la pioggia nella posizione del loto, intorpidito dal dolore e dalle sostanze ho creato un “bozzolo” che nel tempo ho dovuto sgretolare. Sono tornato e ho ritrovato la magia di quella casa,di chi l’abita e di coloro che semplicemente la percorrono. La musica e il pianoforte al piano terra,la cucina tutta in legno e le finestre dalle quali vedevo Simone giocare. Le scale di un film e il lungo corridoio dove Giovanna posava per me. Il bagno con la vernice azzurra e le sedie rosse.
Ora sono pronto a ricominciare dove avevo tralasciato nel 1992, perché ciò che faccio, intanto non ha il senso del tempo.
Alberto fotografato da Luca a Pietrafredda 1980 circa.
i tuoi occhi e mischiare i nostri
sguardi attraverso "immagini" … nella loro dimensione universale,
erano e resteranno, per sempre, interiori.
Il presente nella sua fugace e abbagliante concretezza si trasforma in
sogno e immediatamente svanisce. Cogliere con gioia e tormento il
meraviglioso stupore davanti a questo svanire, forse, si avvicina a
quello che fai con una "immagine" fotografica, evocazione simbolica
dell’immagine interiore. In questo senso, il fotografare mi sembra
ancora un genuino cammino interiore, proprio come una pratica
devozionale, uno yoga o un "gioco" del fluire. Fissare cosi’
esattamente cio’ che esiste in un’immagine e’ come renderla una
divinita’ fuori dal tempo restituendo anche interamente la sua
transitorieta’ alla coscienza che si aggrappa al tempo presente,
passato o futuro. Paradossalmente, lo sguardo fisso verso la
fuggevolezza, consente di svuotare le "immagini" di contenuti e
lasciarle religiosamente riposare nella loro eternita’ istantanea,
vuote.
Questo ho sempre pensato davanti ai tuoi "angeli" come a molte tue
splendide immagini.
Grazie e a presto, Luca.
5 Comments
utente anonimo
….è scattata la lacrimuccia…grazie, a tutti e due, per tutto. Ci sono immagini “interiori” che restano indelebili e impermeabili al tempo, conservate intatte dentro di noi.
Baci
Mariatelodicevo
contrabbubis
Mammamia!!!!E’ un anno che cerco qualcosa di Luca e di Pietrafredda!!!
Ma dove sta? che fa?? come gli va???
Cercando sul web Pietrafredda non esiste: stavo pensando che fosse un sogno. Ho passato lì un periodo fra i + formativi della mia vita musicale e non con quei compagni d’avventura.
Grazie delle tue tracce.
Presto ci risentiremo.
Fai avere i miei saluti e la mia mail a Luca, please.
contrabbubis
Per me il libro di Pietrafredda è stato: “L’autunno del Patriarca” di Garcia Marquez.
Krtek
tagliente..nell’ animo..
ora ci sono pure io alberto..
harambee
“Cogliere con gioia e tormento il
meraviglioso stupore davanti a questo svanire…”
ci avvicina all’essere quel niente inseparato che si rivela inaeparato ai bambini, ai pazi, a…
a così lo sguardo perdendo l’immagine trova là quello dell’universo … l’immagine dell’universo stesso riposa, si perde fra sonno e veglia…rinasce per noi e di nuovo si perde…oppure sta ferma immobile, impersscrutabile elimpida nel suo mistero.
D’ombra e di luce
Che meraviglia qui…!
un abbraccio
k.