Varie
Shooting on Saturday
Sveglio dalle 5,30 ora locale pubblico sul blog, ordino files poi : caffè/cacca/doccia e si esce per un weekend di scatti sempre per il disco ma questa volta non è il backstage bensì una dissertazione su Corrado in location improvvisate. Bodega Bay dove Hitchcock ha girato gli uccelli, un parco con sequoie secolari e poi San Francisco con la libreria City lights di L.Ferlinghetti e la via intitolata a Jack Kerouac. Dopo un “double espresso” nel quartiere italiano vedo uno scorcio e chiedo di fare una cosa assurda…lanciare fogli bianchi per aria mentre io resto sdraiato con la schiena a terra e la camera rivolta al cielo e scatto. Katrin lancia i fogli mentre Corrado controlla che qualche limousine, cadillac o Suv non mi investa….non sono sul marciapiede ma su una strada di San Francisco…faccio veloce, non vorrei mai passasse la polizia…un gestore esce dal negozio e urla : “Cosa è stà roba una nuova forma d’Arte? Sorrido, mi alzo e torniamo all’auto. Spesso ho detto di essere una persona che ha paura, niente free climbing, niente elastico, o quant’altro ma….stare sdraiati su una strada di San Francisco non è proprio una cosa sicura. Innalzare l’adrenalina sfidando il pericolo lo trovo idiota se non vi è uno scopo più nobile…giocare con la serotonina perché? Solo per assaporarla? Fare una foto, darsi in un atto d’Arte trovo sia una motivazione alta e nobile qualcosa che oltre che per sé stessi si consegna anche al prossimo e allora “non ho paura” anzi proprio non mi importa….quando fotografo non sento dolore, nausea,fame….sono un’unica cosa con le mie macchine, quasi le incorporo…è una cosa stupenda che posso solo raccontare ma nessuno può immaginare cosa significhi sentire il calore dell’asfalto, il suono delle auto a mezzo metro dalla testa mentre io ero già un’ unica cosa con quanto poco prima era stato immaginato ed ora veniva importato su pellicola. E’ stato come Baghdad dove il fucile puntato in faccia di notte nel deserto da un giovane soldato iracheno salito sul pullmann nel quale dormivo non mi spaventò….ero lì perché volevo ritrarre la vita dopo i bombardamenti.
Sono contento di ciò che sono, delle cose raggiunte e dell’insaziabile voglia di mettermi in gioco come fossi un bambino. Non mi interessa restare comodo a rifare sempre tutto uguale perché prigioniero di una forma, il Manierismo mi è distante seppur ripeta da tempo che gli artisti trascorrono l’intera loro vita correndo dietro ad un’immagine sola, quella perfetta che non arriva mai…
3 Comments
utente anonimo
ma ciaaaaooooo….sono stata fuori sti giorni e non ho potuto leggere il blog..ma ti ho pensato tanto tanto…ho letto adesso!che bello seguirti passin passetto, mi sembra d’esser lì con te! Il 28 e 29 penso d’essere a ge, se ci sei e non sei fuso dal fuso…un caffè e un bacino?
love
mariatelodicevo
harambee
e se l’immagine perfetta arriva…non se ne accorgono perchè l’ego fa dei brutti scherzi…?!
L’immagine perfetta mi sa che non esista,
l’opera d’arte principale ed unica è la vita come noi ci stiamo dentro e fuori…come ci abbandniamo a lei in modo che ci possa attraversare come un fiume trova e trasforma il suo percorso fino all’oceano…
un abbraccio e buon viaggio, Alberto
che il tuo qui e ora sia sempre così intenso e vero
di pagine bianche fra terra e cielo, al vento…!
utente anonimo
….e voglio vedere la Crobatia dei fogli per aria eh….( che matto a star steso per strada a rischio che ti spiaccicassero come una figurina! )
:)))
mariatelodicevo