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CARLA & JIMMY
CARLA & JIMMY
Una storia d’amore autentico.
Un tempo, quando mi affacciavo alla finestra di cucina, potevo scorgere una sagoma di quasi due metri per 60 kg che la gente chiamava “Er Jimmy”, in realtà aveva il mio stesso nome: Alberto.
Er Jimmy aveva una storia tristissima alle spalle. Finì in galera per errore ma non venne mai risarcito, fece del manicomio, perse la moglie per un “brutto male”, visse in strada e un bel giorno trovò Carla.
Carla abitava di fronte a me. Soffriva d’esaurimento, era stata sospesa dal lavoro.
Carla leggeva la Bibbia, Er jimmy bestemmiava, si conobbero alla neuro, si piacquero e decisero di vivere assieme, o meglio Carla lo ospitò nell’appartamento proprio in faccia a me.
Er Jimmy era diventato uno dei personaggi del quartiere, uno degli amici del club della cantina (1) , un gruppetto di allegri pensionati che parlano tutto il giorno di pesca e di caccia al cinghiale, di porto e sindacati, vuotando ettolitri di bonarda e altri rossi da tavola.
Er Jimmy non stazionava mai l’intera giornata in latteria, ci passava, regalava alcune perle di saggezza con accento romano (in realtà era Siciliano di Salina) scimmiottando Thomas Milian quando interpretava er monnezza, poi proseguiva altrove la sua giornata.
Carla era sovrappeso quanto lui era sottopeso. Era bellissimo guardarli camminare mano nella mano. Ogni tanto lui partiva e tornava in Sicilia a guadagnare qualcosa pescando. Quando parlava della sua moglie che era morta giovane gli si velavano gli occhi.
Nonostante tutte le avversità e lunghi anni trascorsi sulla strada a fare il barbone, aveva sempre una nota positiva per affrontare la vita, uno sguardo sereno anche se irregolare, era un portatore sano di strabismo., ogni tanto un occhio gli partiva per i fatti suoi.
Se qualcuno gli diceva: – Sai che ricordi Frank Zappa, lui sorrideva,era un paragone che lo lusingava.
Arrivò però un giorno in cui, tornando da uno dei miei viaggi di lavoro, vidi la casa di fronte tutta chiusa e triste, con le tapparelle abbassate.
Carla era stata di nuovo male, forse ricoverata, forse ripresa in famiglia, non è dato sapere.
Lui era via. Tornò reclamando le sue cose, qualche straccio e i documenti, ma la casa era stata chiusa, era passato l’avvocato.
Lo hanno visto stazionare sottocasa qualche giorno nella speranza che qualcuno aprisse.
Nulla di tutto ciò.
Parole di condivisione, pacche sulle spalle e qualche bicchiere offerto dagli amici della cantina, ma di fatto Er Jimmy era nuovamente in mezzo a una strada.
Lo incontrai sconsolato mentre rientravo a casa, aveva un lettore di compact disc portatile con cuffiette senza cd, mi disse: – Torno a dormì in strada, ce so’ abituato,c’hai quarche cd da prestamme?
Salii in casa e presi dalla mia collezione cinque cd e 50 €, scesi e gli dissi: – Tieni!
Mi abbraccio, sapeva d’ascella sudata.
Lo vidi andare verso la fermata del 17, direzione centro.
È stata l’ultima volta.
Note
(1)
Il club della cantina si è chiuso, sono morti tutti, compreso il gestore.
( 2)
Queste fotografie di Alberto detto ER JIMMY sono del 27 Novembre 2006.
Lo scritto è del giugno 2009.
Oggi mi sono abituato a vedere un’ altra persona stendere il bucato dal terrazzo di fronte a me.
Ci si abitua al “non è più così” è l’Arte di stare con ciò che c’è.
Questa storia vera credo sia IMPORTANTE perchè parla di due esseri umani, categoria alla quale apparteniamo tutti.
E’ importante perchè con certe persone ho vissuto e in certi casi vivo ancora oggi.
Faccio una fotografia che ritengo necessaria.
Una fotografia che si nutre di Vita, guarda la luce, scarta ,come nel gioco del calcio, le tendenze e arricchisce il cuore !
E per finire, perdonate l’esternazione ma …”che volto, che espressività e velocità nel metter in scena le mie suggestioni.
Gli avevo spiegato che volevo fare “i nuovi santi”.
Improvvisammo vicino al Beo, a Quarto!
Grande A L B E R T O aka Er Jimmy













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