mitografia del quotidiano
OGNUNO NEL SUO MONDO
OGNUNO NEL SUO MONDO
( del perdere attenzione)
Quest’immagine (databile 1966/7) non serve per sfoggiare il bambino che sono stato.
Stavo preparando qualcosa, uno degli infiniti giochi che facevo “da solo” .
Da sempre testo le cose su di me, poi se trovo funzionino, le propongo agli amici.
Le proiezioni “sul corpo” alle mie esercitazioni didattiche sono proprio figlie di questa prassi.
https://www.albertoterrile.it/…/rileggendo-omar-galliani/
Per inventare giochi, per scrivere i miei piccoli pensieri,per immaginare nuove fotografie ricordandosi di quelle già fatte ho bisogno di un mio spazio mentale e di concentrazione.
Le onde sonore, sostanzialmente vibrazioni, entrano dall’orecchio e innescano impulsi nervosi che il nostro cervello interpreta come suoni.
Se silenzio le campane tibetane i celestiali carillon , o i riff stra noti che annunciano le altrui urgenze vengo definito “SELVATICO”.
Me ne sono fatto una ragione!






Leave a reply