chi Roberto Saba, Alberto Terrile
dove Centro Polivalente Sivori, salita Santa Caterina 12r, Genova
quando Dal 5 al 30 giugno 2014
dove Centro Polivalente Sivori, salita Santa Caterina 12r, Genova
quando Dal 5 al 30 giugno 2014
Dall’invasività urbana del ponte autostradale sulla Valpolcevera alle tracce di passaggi umani colti tra Islanda, Emilia ed Inghilterra, le fotografie di Saba e Terrile si confrontano su paesaggio e mobilità.
Nel lavoro di Saba, presentato in anteprima a Fotografia Europea 2013 a Reggio Emilia da Laura Ballestrazzi, il protagonista è un prodigio ingegneristico che l’autore descrive così: il viadotto autostradale sul torrente Polcevera, il Morandi, dal nome del suo progettista. Mille metri di cemento armato ed asfalto che scavalcano senza troppi indugi abitazioni, fabbriche, ferrovia e strade. Un’opera oggi (forse) impensabile che ha cambiato radicalmente il paesaggio urbano di un’intera città.
Il ritratto del ponte rappresentato da Saba, se da un lato mette luce sull’arroganza costruttiva dell’opera, d’altro canto sposta l’attenzione sulla vita che il ponte custodisce sotto di sé. Panni stesi, attività commerciali, auto parcheggiate e piante in vaso sui balconi tracciano un’altra storia, minuta e quotidiana, lontana dai veloci movimenti autostradali alla quota del ponte, che Saba non ci fa mai vedere.
I trittici di Terrile, qui esposti per la prima volta, fanno parte di un ampio lavoro che l’autore conduce da molti anni sul paesaggio europeo. Ci mostrano percorsi immersi nell’ambiente naturale, talvolta la strada neppure esiste e compaiono solo i segni lasciati da chi è passato. Le tracce si spingono oltre perdendosi verso ciò che non è più visibile. Ritorna in queste immagini il riferimento a Natura, testo di R.W. Emerson del 1836 a cui Terrile è vicino: l’obiettivo della vita umana è raggiungere il luogo in cui si stabilisce il collegamento tra l’uomo e la natura. Ogni pannello racconta una piccola storia in tre scatti in cui la relazione tra natura ed artificio umano dona all’occhio di chi guarda stupore e prodigio.
Cristina Cassanello
Nel lavoro di Saba, presentato in anteprima a Fotografia Europea 2013 a Reggio Emilia da Laura Ballestrazzi, il protagonista è un prodigio ingegneristico che l’autore descrive così: il viadotto autostradale sul torrente Polcevera, il Morandi, dal nome del suo progettista. Mille metri di cemento armato ed asfalto che scavalcano senza troppi indugi abitazioni, fabbriche, ferrovia e strade. Un’opera oggi (forse) impensabile che ha cambiato radicalmente il paesaggio urbano di un’intera città.
Il ritratto del ponte rappresentato da Saba, se da un lato mette luce sull’arroganza costruttiva dell’opera, d’altro canto sposta l’attenzione sulla vita che il ponte custodisce sotto di sé. Panni stesi, attività commerciali, auto parcheggiate e piante in vaso sui balconi tracciano un’altra storia, minuta e quotidiana, lontana dai veloci movimenti autostradali alla quota del ponte, che Saba non ci fa mai vedere.
I trittici di Terrile, qui esposti per la prima volta, fanno parte di un ampio lavoro che l’autore conduce da molti anni sul paesaggio europeo. Ci mostrano percorsi immersi nell’ambiente naturale, talvolta la strada neppure esiste e compaiono solo i segni lasciati da chi è passato. Le tracce si spingono oltre perdendosi verso ciò che non è più visibile. Ritorna in queste immagini il riferimento a Natura, testo di R.W. Emerson del 1836 a cui Terrile è vicino: l’obiettivo della vita umana è raggiungere il luogo in cui si stabilisce il collegamento tra l’uomo e la natura. Ogni pannello racconta una piccola storia in tre scatti in cui la relazione tra natura ed artificio umano dona all’occhio di chi guarda stupore e prodigio.
Cristina Cassanello
La mostra si compone di 16 ingrandimenti a colori da negativo 6×6 in formato 50×50 cm e 11 trittici in stampa digitale in formato 60×100 cm