Ma che occhi grandi che hai
Genova
Maggio 2016
Sara
Sandra
Ursula
Rossella
Ulla
Anna
In qualità di autore, ritraggo oramai da 40 anni musicisti, attori, registi e
scrittori dai nomi altisonanti anche se per indole mi sento più vicino alle storie
dell’uomo comune, storie che ho raccontato attraverso i ritratti iracheni della
prima guerra del golfo, i disabili psichici con cui lavoro da tempo, i soggetti
laringectomizzati, l’invecchiamento attivo nelle residenze protette col progetto
“Indimenticabili”
Amo guardare al di sotto di tutto ciò che vive. Credo e pratico una
fotografia dove l’etica sposi l’estetica rafforzando così “senso e
consapevolezza”.
Quando fotografo, il mio obiettivo è cogliere l’essenza delle persone attraverso
le forme del mondo. Ciò che mostro è pertanto l’equazione tra l’apparire e
l’essere, tra l’esterno e l’interno di ogni essere umano.
Sotto l’ala di Don Gallo avvicinai la comunità transgender genovese
immaginando una passatoia lunga quasi quattro decenni tra le immagini di
travestiti della Carmi e le Princese che rappresentano la contemporaneità.
Nel 2011 con Sara (Miss trans liguria), realizzai uno dei miei Angeli, volevo
sancirne il sesso: il maschile e il femminile raccolti in “Unico Essere”
Nel 2012, accompagnato da Maddalena Bartolini e Ilaria Caprifoglio, sodali di
quest’avventura che si prefiggeva come un progetto editoriale scoprii nelle
Princese un’umanità che non trovavo altrove.
Ecco come Maddalena Bartolini descrive così i nostri primi passi:-
Nel 2012, durante il mio ricercare nel territorio, ho incontrato e
conosciuto Alberto e Ilaria, che da tempo, con l’associazione
Percorsi Magici, conducevano corsi di fotografia nel ghetto.
Alberto ha provato a condurmi in un immaginario poetico nuovo,
meticoloso e intenzionato a raccontare alcuni aspetti della vita
delle Princese. Se nella mente e nel cuore aveva il progetto di
Lisetta Carmi, nel contempo voleva ispirarsi ad un altrove legato
alla contemporaneità.
I luoghi scelti da Alberto sono stati i bassi delle Princese e i loro
usci.
Il tempo dedicato al progetto è stato quello dell’apertura e della
chiusura diurna delle loro saracinesche, che ci hanno permesso di
registrare il ritmo e il sound della loro vita passata “sulla soglia”.
Ci si è persi così in sessioni di lavoro complesse in cui Alberto
provava a cogliere i loro sguardi: quando perse, guardavano in
alto alla ricerca del cielo, oppure quando pensierose abbassavano
gli occhi e cercavano giù, in basso, la verità.
Nel 2015, dopo due anni e dopo alcuni intervalli e sospensioni,
abbiamo deciso di rimettere insieme il materiale prodotto fin qui:
un sentire, nero su bianco e in bianco e nero.
Il Museo dell’Accademia Ligustica ha aperto le sue porte a un grappolo di
queste immagini, forte del mio impegno anche in sede didattica sulla comunità
trans gender sfociato nella tesi dell’anno 2014/15 “ Più Eva che Adamo” di
Chiara Scabini e Giulia Garofalo
La mostra “ Ma che occhi grandi che hai” è parte degli eventi del Life
Festival 2016 , che vede coinvolti – oltre ad Approdo Arcigay Genova e il
Teatro della Tosse – la Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, il Teatro
dell’Archivolto, il Teatro Altrove, il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle
Arti e il Comune di Genova, una rassegna a 360 gradi che punta a creare una
rete fra tutte le istituzioni culturali cittadine.
L’allestimento
Inaugurazione
Don Gallo festeggia i 50 anni di Sara che aveva prima di questo lavoro posato
per i miei Angeli.
Realizzata con: Canon Eos Mark III
Pellicola: //
Anno: 2012
Luogo: Genova Ghetto Ebraico
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