La strisciata del tempo

Berlino

1995

Ero a Berlino, avevo conosciuto Wim Wenders, visto gli uffici della Road Movies, trascorrevo le serate in giro con Jolanda (assistente di Wim) oppure da solo girando nella notte, bevendo vodka dalla bottiglia che stava sempre nel mio zaino assieme all’Hasselblad. Fotografavo tutto ciò che colpiva la mia attenzione, quando sei in un’altra città “tutto attrae” ma solo perché non è mai stato visto. Ho lavorato molto…anzi no…è proprio una mia dote…la mia sensibilità che è portata a “sentire” l’Altro sia che si tratti di un edificio, di una vita intelligente, di un oggetto.

Anche gli oggetti hanno un Anima…sfilata dalle mani di quanti li hanno utilizzati.

Questo “sentire” le cose forti mi ha sempre intimorito… l’edificio ( il mio essere in metafora) talvolta tremava scosso da moti tellurici e io provavo paura, forte paura.

La vodka nello zaino era per me come lo Xanax per la signora che stende i panni di fronte, una sostanza che “ cambiava il modo di sentire”…e le mie paure finivano per ritrarsi innanzi a un coraggio fittizio col quale ho potuto andare a Baghdad poco dopo i bombardamenti, reggere estenuanti periodi di “porte chiuse in faccia”…vivere in maniera apparentemente equilibrata il disordine creativo che ospito.

Ricordo quello strano palazzo… “ gli architetti…specie quelli di un tempo…erano un po’ fuori anche loro”…mentre lo guardavo avverto un suono…un sibilo…una bambina in bici…mi sfreccia innanzi…e io “scatto” tanto avevo già composto un’ordinaria foto ricordo che in questo modo grazie “al caso” in accordo con la mia prontezza diventa ALTRO : Il tempo trascorre e dell’infanzia non resta che una scia…batti le ciglia e ti trovi catapultato in un mondo “adulto” fatto di doveri e di poteri…ma non ti piace…e allora?

Allora Bevi!

Oggi uso la fotografia per trasformare me e il mondo che vedo.